Page 507 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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La tuteLa, La conservazione e La fruizione degLi archivi deL regio esercito  507


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               tenzione  e, come sottolineato in precedenza, durante i trasferimenti e cambia-
               menti della sede dello stesso Ufficio storico.
                  Ciò che caratterizza le carte militari è il loro legame con le sorti di chi le ha
               prodotte di fronte all’evento «guerra». Il loro destino è quasi sempre segnato in
               conseguenza dei repentini traslochi delle unità imposti da rovesci operativi come
               pure in conseguenza del loro valore «strategico» che ne fa da un lato oggetto di
               «cattura» o distruzione da parte degli eserciti nemici e dall’altro, in caso di pro-
               babile sopraffazione da parte delle forze avverse, oggetto di distruzione per mano
               degli stessi produttori. Così le «assenze» negli archivi dell’Esercito sono anche
               rappresentate da quei nuclei documentari prodotti da unità italiane dislocate fuori
               dal territorio nazionale e che, a seguito dei rovesci bellici o dopo l’8 settembre
               1943, furono abbandonati e poi catturati dagli eserciti avversari o dagli eserciti
               di liberazione nazionale dei territori in precedenza sottoposti all’occupazione o
               all’amministrazione italiana o, ancora, nei quali combatterono le nostre Forze
               armate.
                  Tra  i  casi  più  conosciuti  di  «captured  records»  che  riguardano  documenti
               militari  italiani  ricordiamo  quello  delle  carte  prese  dai  tedeschi  e  concentrate
               nella Germania meridionale presso la Aktensammelstelle sud, un centro di rac-
               colta  originariamente  sotto  la  giurisdizione  degli Archivi  militari  di  Potsdam,
               dislocato a Ingolstadt, poi Monaco e, infine, a Dillingen sul Danubio. Nell’aprile
               del 1945 questi nuclei documentari venivano requisiti dalle Forze armate ameri-
               cane e trasportati in un primo momento a Heidelberg, poi a Frankfurt. Nel gen-
               naio 1946 venivano inviati negli Stati Uniti d’America, a Camp Ritchie e poi a
               Washington,  prima  nei  sotterranei  del  Pentagono,  poi  ai  National Archives  e
               infine al Records Service dove furono microfilmati. Un altro nucleo di documen-
               ti italiani, consistente in manuali della nostra Aeronautica e del nostro Esercito,
               in note delle unità da combattimento italiane e da documenti della Regia marina,
               veniva requisito dagli americani soprattutto nel corso delle campagne in Nord
               Africa e in Sicilia nel 1942-1943. Nel 1967 gli originali dei documenti, oggetto



                  storico, in AUSSME, a r, b. 9, fasc. 97.
               316   Ma anche ragioni collegate alla non corretta osservazione delle norme sulla tenuta dei do-
                  cumenti aventi ancora valore amministrativo, denunciata dalla stessa Corte dei conti. Ci
                  fornisce un esempio la circolare del Ministero della guerra, Ragioneria centrale, Ufficio
                  centrale dei servizi contabili presso i comandi di corpi d’armata, Alienazione di documenti
                  contabili, 12 mar. 1927, n. 1100, indirizzata ai comandi di corpo d’armata, ai comandi mi-
                  litari della Sardegna e al Comando generale dell’Arma dei CCRR, in AUSCGAC, Docu-
                  mentoteca, fasc. 1554. Inoltre, in presenza di scarti basati su un’errata applicazione delle
                  norme che regolavano la conservazione del carteggio il Ministero della guerra adottò prov-
                  vedimenti disciplinari a carico dei responsabili, come in alcuni episodi che videro protago-
                  nisti, nel 1927, il 15° Reggimento Fanteria Savona e il 70° Reggimento Fanteria Ancona,
                  in AUSSME, a r, b. 9, fasc. 97.
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