Page 79 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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L’ordinamento e iL funzionamento deL regio esercito 79
delle truppe; inoltre, impartiva all’intendente direttive, ordini e istruzioni affin-
ché questo fosse sempre in grado di coordinare, efficacemente e tempestivamen-
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te, il funzionamento dei servizi con le operazioni dell’armata . Infine, se nel
corso delle operazioni il comandante generale di un’armata veniva inviato, con la
propria armata, ad altro teatro d’operazione, il comandante in capo poteva tem-
poraneamente proscioglierlo dalla sua dipendenza diretta e delegargli una parte
dei suoi poteri nella misura che credeva più opportuna.
Il comandante di corpo d’armata esercitava la sua alta autorità sulle divisioni
dipendenti e sui servizi di corpo d’armata; esercitava l’autorità diretta sulle trup-
pe suppletive quando queste non erano distaccate presso una delle sue divisioni,
nel qual caso dipendevano dal comandante di essa. Inoltre, spettava al coman-
dante di corpo d’armata far concorrere le truppe del corpo d’armata alla riuscita
delle operazioni militari, secondo gli ordini, le istruzioni superiori e le esigenze
della situazione.
Il comandante di divisone esercitava la propria autorità sulle truppe della di-
visione e sui servizi ad essa attinenti; era responsabile dell’impiego tattico delle
sue truppe nelle operazioni militari.
Secondo quanto sancito da alcune disposizioni del 1940 i gruppi di armate
erano costituiti in base a specifiche esigenze e i generali investiti del loro coman-
do avevano le attribuzioni che il comandante in capo fissava caso per caso.
Gli stati maggiori delle grandi unità erano costituiti dagli ufficiali addetti ai
comandanti delle unità e avevano il compito di coadiuvare i comandanti nell’e-
sercizio del loro comando, di vigilare sull’esecuzione degli ordini e sul regolare
funzionamento di tutti i servizi. Erano a completa disposizione dei comandanti
per qualunque affare di servizio e, in particolare, per quanto concerneva il prepa-
rare, ripartire e diramare le istruzioni e gli ordini, le disposizioni per dirigere ed
eseguire le operazioni militari, per dislocare, muovere e far combattere le truppe;
il servizio di cancelleria; il raccogliere dati, nozioni e informazioni che potevano
giovare all’andamento delle operazioni militari; la trattazione di tutti quegli affari
che non erano di speciale competenza di altri servizi o uffici. Alla testa di ogni
Stato maggiore di grande unità era posto un ufficiale generale o superiore con il
titolo di «capo di stato maggiore» dell’unità stessa; aveva verso i suoi dipendenti
ta stabilizzazione delle fronti, le grandi unità dovevano iniziare la «marcia al nemico», per
meglio dire «muovere» contro l’avversario secondo l’ordine, la successione e le direzioni
previste dal «disegno operativo»; il loro movimento era preceduto dall’attività di «esplo-
razione aerea» (a grande distanza), dall’attività di «esplorazione avanzata» (a distanza mi-
nore) e dall’attività di «esplorazione vicina» (nella zona più ravvicinata).
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Per facilitare le relazioni tra comandante e intendente d’armata si disponeva l’opportunità
di dislocare comando e intendenza d’armata nella stessa sede o in sedi vicine.

