Page 84 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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dell’Armata dal quale dipendevano, in ogni dipartimento militare, un aiutante e
un sotto-aiutante generale; nel 1793 il Corpo degli aiutanti generali; nel 1796 il
Corpo di Stato maggiore generale dell’Armata sarda, frutto della fusione di tre
enti fino ad allora separati e autonomi e, cioè, degli stati maggiori di Cavalleria e
di Fanteria (in attività dal 1655) con il Corpo della topografia reale.
Sciolto nel 1798, il Corpo di Stato maggiore generale dell’Armata veniva poi
ricostituito a Torino nel 1814 con la denominazione di Corpo di Stato maggiore
generale e della topografia reale. Nel documento istitutivo del nuovo ente (da cui
trae origine lo Stato maggiore piemontese, destinato successivamente a diventare
«italiano») traspare innanzitutto una nuova visione dei doveri di un ufficiale di
Stato maggiore in tempo di pace, identificati in quelli di «istruirsi con ardore ed
esercitarsi per la stagione di guerra» e di «affinare la (…) teoria nella tranquillità
della riflessione e moltiplicare le (…) cognizioni con lo studio e viaggiando». I
compiti assegnati allo Stato maggiore generale non erano solo di natura esecutiva
ma anche estesi all’iniziativa nel campo logistico, nel servizio informazioni e alla
collaborazione attiva, prima e durante le operazioni. Più in particolare, concer-
nevano l’approntamento di piani operativi per la difesa dello Stato; la specifica
preparazione tecnico-professionale dei propri quadri; le ricognizioni per il movi-
mento e la dislocazione delle unità; i lavori topografici; la compilazione di ordini;
il funzionamento dei servizi logistici, dei servizi informativi, dei servizi di sicu-
rezza e dei servizi di collegamento tra i vari comandanti; la compilazione delle
relazioni di tutte le operazioni militari avvenute. Il provvedimento del 1814, che
rimase in vigore fino al 1831, sanciva anche la rinascita degli stati maggiori delle
armi di Fanteria e di Cavalleria aventi un proprio «ispettore» mentre l’Artiglieria
continuava a essere governata dal «gran maestro»; inoltre, attribuiva agli stati
maggiori periferici compiti di carattere più limitato e prevalentemente orientato
verso il servizio informazioni.
Nel 1831 l’organo centrale dell’Armata sarda mutava il nome in quello di
Real corpo di Stato maggiore e veniva organizzato su 6 direzioni, 3 relative alle
varie armi e 3 proprie di Stato maggiore (compreso l’Ufficio topografico). Le
attribuzioni conferite al Corpo di Stato maggiore nel campo operativo risultavano
ancora una volta assai circoscritte: infatti, la collaborazione dello Stato maggiore
doveva essere espressamente richiesta dal comandante e l’iniziativa del Quar-
tiermastro generale (che pure era il capo del Corpo) per la destinazione degli
ufficiali di Stato maggiore poteva esplicarsi solo sotto forma di proposta. Tali
limitazioni erano ancora più nette in materia di combattimento essendo presente
l’esplicita affermazione del carattere esecutivo delle attribuzioni del Quartierma-
stro generale (articolato in Ufficio topografico e Ufficio generale) e del compito
di «portatori» di ordini riservato agli altri ufficiali di Stato maggiore. Una larga
autonomia veniva invece accordata al Quartiermastro generale in campo logisti-

