Page 190 - Il sogno del volo - Dalla Terra alla Luna. Da Icaro all'Apollo 11
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trasmissioni delle immagini. Ritenuti apparecchi moder- so della Prima Guerra mondiale, suggerita per giunta, in-
nissimi vantano però alle loro spalle un trascorso secolare, credibile a dirsi, da esperienze concrete sia pure rudimen-
essendo comparsi nel corso della Prima guerra mondiale. tali, di gran lunga più antiche! Droni furono, ad esempio,
Il termine drone in inglese indica qualcosa che ronza, e i palloni con appese cariche di esplosivo, ballonbomben,
più in generale lo stesso ronzio, che può perciò riferirsi a fatte brillare con dei dispositivi a tempo, utilizzati dagli
un grosso insetto come a un piccolo aeromodello, propul- Austriaci contro la Repubblica di S. Marco a Venezia nel
so da un minuscolo e rumoroso motorino a scoppio. E for- 1848-49, lanciandoli dalla nave Vulcano . Tecnica rozza
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se fu proprio per questa peculiare connotazione che così e priva di effettivi riscontri ma che, nonostante ciò, sarà
vennero denominati, sin dal loro primo apparire, gli aero- ancora usata nella Seconda Guerra mondiale dai Giappo-
mobili a pilotaggio remoto, in altre parole radiocomandati nesi, per inviare dei palloni di carta con piccole cariche
e del tutto privi di uomini a bordo, piloti o passeggeri che
fossero. Nei più recenti per impieghi militari il controllo
automatico del volo è affidato a un computer di bordo che 12 Sulla vicenda cfr. H. KRONBERGER, Das Osterreichische Bal-
ha memorizzata la rotta per la destinazione programmata e lonbuch, Vienna 1987.
allo stesso tempo, vagliando le indicazioni trasmessegli da Sotto: disegni tecnici del ballonbomben utilizzato dagli austriaci con-
un gran numero di appositi sensori, relative alle condizio- tro Venezia nel 1848-49.
ni meteo esterne ed ai parametri di volo, interviene sugli Nella pagina a fianco: a sinistra, uno dei palloni incendiari giapponesi
organi meccanici di propulsione e di direzione deputati utilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale; a destra, i grafici di
alla navigazione aerea, in maniera non diversa di quanto progetto dell’Aerial Target sel 1916.
un odierno pilota automatico effettua sugli aerei di linea.
Ma un controllo remoto, ai quali sia i parametri che le im-
magini del volo vengono trasmessi, istante per istante può
se necessario intervenire sui comandi gestendoli manual-
mente. Agevole ravvisare i vantaggi di un siffatto velivolo,
sia in ambito militare che civile: ai primi possono ascriversi
le ricognizioni in territorio ostile, le missioni di spionaggio
propriamente dette e, non ultimi i sorvoli offensivi, essen-
do alcune tipologie di droni debitamente armati. Quanto
all’ambito civile ne abbiamo già accennato alcuni impie-
ghi. Di recente ulteriori nuovi impieghi si sono individuati
nelle ricerche archeologiche e nelle riprese foto-cinemato-
grafiche. Un ventaglio quindi di prestazioni pacifiche, pa-
radossalmente, persino più ampio delle militari, peraltro,
in costante ulteriore incremento.
L’istallazione di sofisticate telecamere a bordo, docil-
mente obbedienti ai comandi del pilota a terra, e che per
molti aspetti possono considerarsi i suoi occhi, consento-
no ai droni anche nelle tenebre più assolute e nelle più
fitte nebbie di vedere perfettamente, di ingrandire enor-
memente con le loro sofisticate ottiche quanto inquadrato
e di fissarne l’immagine ad alta risoluzione, inducendoci
ad accreditargli un recente esordio. La stessa conclusio-
ne suggeriscono l’intuibile complessità e la straordinaria
portata dei radiocomandi di pilotaggio remoto che, non di
rado, operano a distanze di migliaia di chilometri, magari
avvalendosi dell’appoggio di appositi satelliti. Macchine
perciò di recentissimo criterio informatore e di sempre più
avanzata tecnologia: la realtà, invece, almeno per la loro
invenzione é ben diversa, essendo stata sviluppata nel cor-
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