Page 64 - Il sogno del volo - Dalla Terra alla Luna. Da Icaro all'Apollo 11
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Non vi fu dubbio che bisognava incrementare la poten- “avevamo poca ambizione e volevamo soltanto fare
za del motore. Con il nuovo tentativo la potenza fu por- un’escursione chiusa di qualche chilometro. Benché
tata ad 9 hp, con un peso di circa un quintale azionato non avessimo osato impiegare quel giorno tutta la no-
da batterie leggerissime progettate da Charles Renard. La stra forza motrice, il risultato superò le nostre speran-
costruzione della nuova aeronave ebbe inizio nel 1883 e ze. Quando raggiungemmo l’altezza dei costoni boscosi
ostentava dimensioni rilevante. Lunga oltre 50 m con un che circondano il vallone di Chalais, mettemmo l’elica
diametro massimo di 8.40, portava sospesa sotto una lun- in movimento e avemmo la soddisfazione di vedere il
ghissima navicella, quasi 33 m per 1.4 di diametro- una pallone obbedire immediatamente e seguire facilmente
sorta di gigantesco siluro- all’interno della quale stava il tutte le indicazioni del timone. Sentimmo che eravamo
motore, le batterie e l’equipaggio, mentre dall’estremità assolutamente padroni dei nostri propri movimenti e
anteriore usciva l’asse dell’elica del diametro di ben 7 m. Il che potevamo attraversare l’atmosfera in qualsiasi dire-
dirigibile battezzato la France, questa volta non solo volò zione così facilmente come un battello a vapore potreb-
ma obbedì docile ai comandi: il 9 agosto del 1884 decollò be fare le sue evoluzioni su un lago calmo. Dopo aver
dall’aerostazione di Meudon e dopo un percorso ad 8 di 5 compiuto il nostro scopo, abbiamo girato la nostra prua
miglia, durato circa 8 minuti, vi tornò per l’atterraggio. Di verso il punto di partenza, e abbiamo presto visto che ci
quell’epica impresa ci resta un suggestivo rapporto, redat- si avvicina. Il parco di Chalais é passato di nuovo, e il
to da uno dei protagonisti, il cap. Renard che così scrisse: nostro punto di atterraggio è apparso ai nostri piedi cir-
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