Page 153 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Il RegIo eseRcIto e le opeRazIonI dI polIzIa colonIale In afRIca (1922-1940)  153

              Quando le scorte di acqua, munizioni, cibo, medicinali non bastavano, era l’aviazione
              a intervenire e proprio il ricorso all’aviazione, con procedure ulteriormente perfezionate
              rispetto alla Libia, si rivelò da subito un valore aggiunto a cui pochi comandanti erano
              disposti a rinunciare, tanto da costringere Graziani ad alcune precisazioni:

                   “Est invalsa abitudine servirsi aeronautica per ogni necessità sia tattica sia logistica,
                 per azioni non strettamente necessarie et per rifornimenti che chiamerei di comodità.
                 Occorre tutti siano edotti:
                 -   Primo. che ogni ora di volo costa seimila lire
                 -  Secondo. che bilancio aeronautica est molto ridotto
                 -  Terzo. che i motori hanno una vita molto limitata
                 -  Quarto. che occorre sempre avere una massa di uomini et materiali aeronautici in
                   piena efficienza per bisogni reali
                 -  Quinto. che con comoda abitudine rifornimenti aerei si perde preoccupazione pre-
                   parare et sfruttare comunicazioni et trasporti terrestri mentre poi in stagione piogge
                   rifornimenti aerei non si possono fare
                 -  Conclusione. Astenersi richieste aerocooperazione quando est richiesta non necessa-
                   ria et si risolve solo in comodità. Riservare at casi eccezionali aereo rifornimento et
                   sfruttare invece i depositi ”.
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                 Basti pensare che dal maggio al settembre del 1936 vennero trasportati per via aerea
              1.385 tonnellate di materiale e 6.403 uomini, numeri ben superiori a quelli conteggiati
              durante il conflitto vero e proprio, nonostante già allora l’aviazione fosse stata utilizzata su
              larga scala non dando tregua al nemico. In un territorio immenso e impervio, i circa 300
              velivoli disponibili diedero un contributo fondamentale all’azione informativa, nella ricer-
              ca dei gruppi ribelli, e garantirono alle truppe un prezioso supporto di fuoco contribuendo
              infine a risolvere il problema logistico, rifornendole di munizioni, armi, carburante, medi-
              cinali, viveri, acqua ed evacuando i feriti .
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                 I velivoli più utilizzati erano i Caproni Ca.133 e Ca.111, che equipaggiavano la maggior
              parte delle squadriglie al comando del generale Mario Aimone Cat, ripartite nei quattro
              settori Asmara, Dire Daua, Addis Abeba e Mogadiscio. Si è molto parlato, in questi ultimi
              anni, dei bombardamenti effettuati con proietti caricati con gas tossici come il fosgene e
              con l’iprite, ci limiteremo pertanto solo ad alcune riflessioni. Usati durante la Prima Guerra


              416 Tel. n. 48629 firmato Graziani del 18 ottobre 1937 AUSSME, Fondo D-6, DS 70.
              417 Dalle centinaia di telegrammi operativi, conservati nell’archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Mag-
                 giore Aeronautica, emerge chiaramente il ruolo giocato dalla Regia Aeronautica: i velivoli venivano
                 utilizzati per la ricognizione, il rifornimento alle colonne e ai presidi, la sorveglianza degli itinerari di
                 marcia, il bombardamento, i rilievi fotografici e il servizio postale, oltre che per il trasporto di feriti e
                 passeggeri. Si veda ad esempio Comando Aereo AO - Settore Est, Diario Storico 1936-1937, AUS-
                 SMA, Fondo AOI, busta 14: il 5 novembre 1936 alla colonna Agosti vennero lanciati tintura di io-
                 dio, fasce, alcool, munizioni per 140 fucili mod. 91, una ventina di mitragliatrici Schwarzlose e una
                 cinquantina di mitragliatrici leggere.
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