Page 161 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Il RegIo eseRcIto e le opeRazIonI dI polIzIa colonIale In afRIca (1922-1940)  161

              a situazioni del genere: “[...] Ribelli hanno ucciso anche donne e bambini molti dei quali
              evirarono. Trentina Ittu superstiti presentaronsi nostro presidio Auasc mentre altri tornaro-
              no per tentare salvare donne, bambini, bestiame” .
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                 Va aggiunto il fatto che, secondo i più classici dettami della guerriglia, entrambe le parti
              cercavano di fare terra bruciata intorno al nemico. In passato, si è sempre parlato delle ne-
              fandezze compiute dagli italiani, ma si è dimenticato ciò che i guerriglieri, intenti a perse-
              guire il loro scopo, hanno fatto: sono tanti i telegrammi in cui si denunciano le distruzioni
              sistematiche compiute dalle bande armate etiopiche, ad esempio con l’incendio dei villaggi
              sulla direttrice di marcia dell’avversario . Indicativa una comunicazione del marzo del
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              1938 del centurione Fant, comandante del III battaglione coloniale operante nella zona del
              monte Becan, in cui si riferiva di un indigeno quarantenne che durante un’ispezione com-
              piuta da una pattuglia, avendoli scambiati per insorti, aveva offerto terrorizzato 6 talleri
              dicendo di non poter dare di più. Interrogato aveva spiegato che nella zona tutti offrivano
              “talleri, granaglie e bestiame per non essere molestati” .
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                 Un mese dopo, la 3ª Sezione dell’Ufficio Operazioni del Comando del Corpo di Sta-
              to Maggiore sviluppava un’interessante serie di considerazioni: nella lotta alla guerriglia
              le soluzioni complesse e le azioni a massa non avevano dato i frutti sperati e bisognava
              impiegare colonne leggere, anche dal punto di vista logistico. Per questo si suggeriva di
              presidiare con truppe nazionali non solo i centri abitati principali ma anche quelli secon-
              dari, utili comunque come basi di appoggio per le truppe impegnate in operazioni, e di far
              muovere continuamente i reparti coloniali sul territorio . La diversificazione tra nazionali
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              e coloniali diventava così ufficiale, con i primi destinati a compiti di presidio e i secondi a
              condurre le azioni di grande polizia.
                 Detto questo, si può pensare che l’Etiopia avrebbe potuto col tempo essere pacificata,
              come sembrano dimostrare i risultati ottenuti da Amedeo di Savoia e da comandanti mi-
              litari illuminati come Nasi, animati dalla sincera volontà di portare la pace in un paese già
              molto provato dalle precedenti gestioni, in primis quella del Negus i cui tentati di moder-
              nizzazione erano stati appena accennati. Contro i guerriglieri venne organizzata una vera e
              propria campagna “dopo la campagna” che vide l’utilizzo di forze imponenti , e le conse-
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              guenze furono drammatiche. Le cifre proposte dagli archivi italiani sono soltanto indicati-
              ve, perché si deve tener presente che non sono precisate le perdite definite “ingenti”, “rile-


              443 Tel. n. 13943 del 29 agosto 1936 firmato Graziani, AUSSME, Fondo N-11, busta 4123.
              444 Tel. n. 543 del 25 febbraio 1938 firmato Cavallero, AUSSME, Fondo D-6, DS 80. E’ questo solo
                 uno tra le decine di telegrammi del genere. Dal momento che si è dato, giustamente, valore ai tele-
                 grammi che narravano gesta poco edificanti degli italiani, stupisce come mai questi, provenienti dalla
                 stessa identica fonte e riguardanti i metodi etiopici, non siano mai stati presi in considerazione.
              445 Favoreggiamento ribelli, tel. n. 140 del 12 marzo 1938, AUSSME, Fondo D-6, DS 706.
              446 Ufficio Operazioni II, Sez.3ª, Operazioni in A.O.I., 22 aprile 1938, AUSSME, Fondo N-7, busta
                 1382.
              447 Dati più importanti sulla situazione militare in A.O.I. alla data 1°marzo 1939, AUSSME, Fondo L-14
                 busta 111. Per l’utilizzo dei reparti e per la schematizzazione delle operazioni di grande polizia colo-
                 niale si veda AUSSME, Fondo L-3, busta 84, fascicolo 6.
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