Page 175 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Il RegIo eseRcIto e le opeRazIonI dI polIzIa colonIale In afRIca (1922-1940)  175

                 -  Harar: 1 gruppo bande con 637 uomini e 10 bande autonome con 1.842 uomini,
                 -  Galla e Sidama: 3 gruppi bande con 4.294 uomini e 21 bande autonome regolari e
                   irregolari con 3.368 uomini,
                 -  Somalia: 4 gruppi bande e un comando gruppo, per un totale di 2.936 uomini.
                 Nel novembre 1937 Graziani era ben conscio del fatto che, mancando ancora un ordi-
              namento ministeriale per la nomina delle bande della Dancalia, non sarebbe stato possibile
              mantenervi il prestigio del governo italiano e proteggere le popolazioni locali dai continui
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              attacchi di galla e uoggerat . Le bande erano necessarie anche e soprattutto per proteggere
              la popolazione, e nel caso di quelle della Dancalia, vista la posizione geografica, avrebbero
              avuto anche un ruolo fondamentale qualora fosse scoppiato un conflitto internazionale. Si
              decise pertanto che delle quattro bande allora esistenti, tre venissero portate ad una forza
              di 500 uomini e una, quella cammellata di confine, a 400 uomini, tutti montati, in quanto
              questa era la forza minima necessaria per soddisfare le esigenze locali .
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                 Se l’utilità delle bande era stata subito chiara, fu nel 1937 che se ne comprese a pieno il
              valore, utilizzandole in appoggio ai reparti regolari o facendole agire da sole, a seconda del
              bisogno. Certo è che esse diventarono il perno delle operazioni di grande polizia coloniale,
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              e questo per molteplici ragioni: potevano essere convocate e sciolte in base all’esigenza ,
              si adattavano con grande facilità al territorio, che spesso conoscevano meglio degli ufficiali
              che le comandavano; erano inquadrate da un esiguo numero di ufficiali nazionali proprio
              per la loro struttura già ben definita, con capi riconosciuti e stimati dalla truppa. Elemento
              di non minor importanza era che gli uomini delle bande venivano pagati soltanto per i
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              giorni nei quali avevano effettivamente prestato servizio . Per gli stessi insorti il vero peri-
              colo, infatti, non veniva tanto dai reparti italiani che stazionavano nei campi e nei presìdi,
              quanto dai nativi delle bande “che ci hanno causato i maggiori problemi, spiandoci e colla-



              494 Ricordiamo che ancora nel 1938 il problema dei contrasti fra galla e popolazioni dancale non era ri-
                 solto: “A differenza di altri territori le popolazioni Galla sono ancora armate perché di recente impie-
                 gate nella repressione del Lasta. Viene effettuata accurata vigilanza soprattutto perché i Galla hanno
                 tendenza a razziare i territori dancali per secolare abitudine”, come in Diario Storico-Comando set-
                 tore Nord, Cenno sulla situazione politico-militare nel territorio di giurisdizione del settore, AUSSMA,
                 Fondo AOI, busta 21, gennaio 1938.
              495 Tel. n. 50940 del 3 novembre 1937, AUSSME, Fondo D-6, DS 73.
              496 Interessante a proposito il telegramma di Amedeo d’Aosta a tutti i governi dell’Etiopia: “Concordo
                 con il Governatore Eritrea. L’arruolamento è materia delicata basato su prestigio commissario et co-
                 mandante, quindi o questo prestigio non c’è o vi è propaganda contraria che viene dagli altri territori
                 Amara. Prego S.E. Mezzetti accertare quanto è effettivamente avvenuto nello Tzellemti. Bande si pos-
                 sono arruolare anche per pochi mesi per una determinata operazione specie fuori stagione agricola.
                 Questo è il procedimento da seguire: mentre si intende che l’arruolamento obbligatorio cui accenna
                 S.E. Daodiace è sistema assai pericoloso”. (Tel. n. 1767 del 15 gennaio 1938, AUSSME, Fondo D-6,
                 DS 79).
              497 Nel 1938, Amedeo d’Aosta, da poco nominato viceré, denunciava sdegnato il mancato pagamen-
                 to regolare dei reparti coloniali, causa di atti di indisciplina. (Tel. n. 125181 dell’11 febbraio 1938,
                 AUSSME, Fondo D-6, DS 80).
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