Page 180 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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180                   l’eserCito alla maCChia. Controguerriglia italiana 1860-1943

           sibù  e ras Destà Damtou , nell’ovest infine la struttura feudale dell’impero vedeva una
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           numerosa schiera di capi locali: bitoudded Maconnen Demsou , degiac Haptemariam ,
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           degiac Mohammed , Schec Ogialle , fitaurari Ascennafi , ras Mulughietà , degiac
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           Mengascià Ilma , bitoudded Uolde Tzadek , degiac Uoldamanuel , degiac Taiè Gu-
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           latatiè , degiac Abba Gifar , ras Ghiettaccioù , degiac Maconnen Uoseniè , degiac
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           Marescià Uoldiè , degiac Beienè Merid  e degiac Abebè Damtou .
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              Nel maggio del 1936, al momento dell’occupazione di Addis Abeba, dopo la dissolu-
           zione delle armate etiopiche, ras Immirù si trovava nel Goggiam con qualche migliaio di
           armati, degiac Asfauossen Cassa nel Beghemeder con 3.000 uomini, casmagnac Balil nello
           Uollega e nella regione a sud-ovest del lago Tana, ras Destà nel Sidamo con degiac Gabre
           Mariam e Maconnen Uosseniè, degiac Beinè Merid nel Bale, tutti con forze di entità im-
           precisata, mentre altri 7.000 armati si trovavano nel Gullo e negli Arussi. Per gli italiani
           c’era ora il problema di assicurarsi il controllo dei territori non occupati durante la vitto-
           riosa avanzata sulla capitale del Negus. Al generale Nasi, uno dei più esperti comandanti
           coloniali, venne affidato il sud-est, con il Bale, l’Harar e gli Arussi, mentre nel sudovest il
           525 Bale.
           526 Sidamo, Borana. Figlio del fitaurari Damtou, paggio al ghebì, servì fedelmente l’imperatore Menelik
              e sposò la figlia di ras Tafari che gli diede tre figli. Nel maggio-giugno del 1932 comandò le truppe
              inviate contro l’evaso imperatore Ligg Jasu e questo gli fruttò la nomina a ras e il trasferimento nel Si-
              damo e nel Borana. Questo il ritratto che ne facevano i servizi informativi italiani: “Abissino fanatico,
              quarantenne, è stato per il Negus motivo di qualche imbarazzo. E’ poi un affarista il quale, dovunque
              venga inviato a governare, si affretta, come primo suo atto, a monopolizzare a proprio favore il com-
              mercio locale”(ASMAI, III, ivi).
           527 Cudrù, Lieca.
           528 Lekempti. Giovane principe di Lekempti, nello Uollega, alla morte del padre, nel 1926, venne chia-
              mato dall’imperatrice Zaoditù e da ras Tafari a succedergli nel ruolo di degiac. Anche se nei primi an-
              ni di governo non era stato particolarmente brillante, all’arrivo degli italiani, appena trentenne, aveva
              saputo farsi amare dalle tribù galla.
           529 Beni Sciangul settentrionale.
           530 Beni Sciangul meridionale.
           531 Saio.
           532 Ilu Abba Bor.
           533 Gherà.
           534 Limmu-Enaria.
           535 Giangerò.
           536 Ghimirrà.
           537 Gimma Abba Gifar.
           538 Baffa, Magi, Goldeà.
           539 Uolamo.
           540 Cambata.
           541 Gofa e Baco. Figlio del degiac Mered, sposò la figlia dell’imperatore Hailè Selassiè I. Quarantenne,
              veniva descritto come “uomo saggio e avveduto”.
           542 Comso e Gardulla.

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