Page 279 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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La 2  armata e Le operazioni di controguerrigLia in JugosLavia (1941-1943)  279
                              a
              I territori annessi della Dalmazia e del Fiumano



              Il 1941

                 Con Regio Decreto del 18 maggio 1941 vennero riorganizzati i territori jugoslavi an-
              nessi al Regno d’Italia aggregando alla provincia di Fiume le isole di Veglia e Arbe e altre
              isole minori, mentre altri territori della Dalmazia andarono a costituire con la provincia di
              Zara il Governatorato della Dalmazia comprendente le province di Zara, Spalato e Cattaro.
              Il governatore, Giuseppe Bastianini, risiedeva a Zara e dipendeva direttamente dal Capo
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              del Governo . L’occupazione della Dalmazia fu inizialmente accettata dalle popolazioni
              come il male minore. Anche se gli Italiani erano poco amati, almeno in terraferma, sulle
              isole c’era una reale simpatia per l’Italia, li si preferiva ai tedeschi e agli ustascia. Nel 1941 la
              situazione in Dalmazia rimase pertanto piuttosto tranquilla rispetto al resto della Croazia,
              anche grazie al notevole impegno finanziario di Roma nelle nuove province, nonché ai
              consistenti rifornimenti di generi alimentari. Le azioni della resistenza slava si limitarono
              ad azioni propagandistiche, come il lancio di manifestini anti-italiani, e ad un paio di ten-
              tativi di sabotaggio di linee telefoniche. Anche il tentativo di mobilitare giovani delle città
              e dei villaggi, per quanto accompagnato da minacce di morte, ebbe scarso successo. Molti
              dei selezionati si rifiutarono di recarsi nelle località loro indicate, altri si resero irreperibili
              nascondendosi nei villaggi, nelle isole e a Zara. Nell’estate si ebbero le prime azioni punitive
              nei confronti di quanti si allineavano alle direttive politico-economiche italiane e contem-
              poraneamente iniziarono le azioni terroristiche nelle città . Tre bombe vennero lanciate a
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              Spalato, facendo oltre 40 fra morti e feriti, militari e civili, altre quattro bombe furono fatte
              esplodere, ancora a Spalato, in piazza una sera di domenica, mentre i tavoli dei caffè erano
              affollati di cittadini con le loro famiglie, con un bilancio di oltre 100 fra morti e feriti, in
              gran numero donne e ragazzi. Intanto veniva appiccato il fuoco alle case dei renitenti alla
              chiamata partigiana, si uccidevano o si prendevano in ostaggio i loro genitori e per rifornire
              le bande si requisivano viveri e bestiame. Con i primi attacchi alle stazioni dei carabinieri e
              ad automezzi isolati le popolazioni della campagna chiesero armi per difendersi e agli ordini
              dei carabinieri in vari villaggi si organizzarono squadre di difesa. Il terrorismo raggiunse
              anche Sebenico, con alcune bombe che esplosero in città senza far vittime, e il reclutamento
              forzato di diversi giovani. La comunità italiana cercò scampo a Zara, città italiana, dove si
              sentiva sicura, mentre altri domandarono di potersi trasferire nel Regno con le loro fami-


              776 Rispetto alle mire prebelliche i territori della Dalmazia annessi furono nel complesso poco estesi. Ra-
                 gusa ed un’ampia fascia di litorale furono lasciati alla Croazia, così come buona parte del retroterra di
                 Spalato, Zara e Sebenico.
              777 Nel novembre 1941 il S.I.M. registrava che: “Nella prima zona si nota una recrudescenza negli atti
                 terroristici rivolti in particolar modo contro le nostre truppe; intensificata pure risulta la propaganda
                 sovversiva che va di pari passo con una subdola azione irredentistica croata, tendente a rappresenta-
                 re la situazione contingente quale probatoria dell’insofferenza della popolazione al dominio italiano”
                 (Situazione n. 44, in data 16 novembre 1941, Comando 2ª Armata – Ufficio Informazioni).
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