Page 293 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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La 2 armata e Le operazioni di controguerrigLia in JugosLavia (1941-1943) 293
AUSSME. Manifestino italiano cosiddetto “salva vita” per favorire la diserzione dei partigiani
essere caduti sotto il diretto dominio tedesco, la cui durezza era nota agli sloveni, specie
dopo le requisizioni di beni di ogni genere effettuate senza alcun compenso a Lubiana nei
primi giorni di occupazione, quando ancora non era stata decisa la sorte della città. In
questo periodo si provvide alla riorganizzazione civile e politica, commerciale e annonaria
della provincia. Le scuole furono riaperte e regolarmente frequentate, mentre agli ufficiali
dell’ex-esercito jugoslavo, residenti nella provincia di Lubiana e che versavano in tristi con-
dizioni economiche, fu concesso uno stipendio mensile. Le direttive emanate dal comando
militare italiano alle proprie truppe imponevano un comportamento irreprensibile verso la
popolazione prevedendo una severa punizione per ogni atto di sopruso e di prevaricazione.
Nel maggio 1941, a causa del comportamento delle forze d’occupazione tedesche nella
Slovenia del nord, cominciarono ad affluire nei territori occupati dagli italiani migliaia di
abitanti dall’alta Sava, i quali, per sfuggire all’internamento forzoso in Germania, abban-
donavano le loro case ed i loro averi cercando protezione e rifugio . Questo afflusso incise
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negativamente sulla situazione della provincia, sia per l’impatto sulle sue già scarse risorse
alimentari, sia, soprattutto, perché la massa dei profughi, costituita in prevalenza da ele-
menti della piccola borghesia, non trovando possibilità di guadagno, finì in gran parte per
aderire al movimento insurrezionale.
L’atteggiamento italiano, finalizzato a non esacerbare l’animo della popolazione con un
comportamento tollerante, entrò in contrasto con i metodi intransigenti usati dai tedeschi
nel territorio da loro occupato, provocando da parte dell’alleato una forma di reazione
subdola e sleale intesa a turbare il rapporto di convivenza che si era stabilito fra italiani e
potenze dell’Asse, sul modello dello stato slovacco. Il progetto non fu preso in considerazione dalle
potenze occupanti ed il 18 aprile il Comitato fu sciolto dal generale Robotti.
806 I gruppi etnici tedeschi residenti nella Slovenia italiana furono trasferiti in gran parte (tra le 12.000 e
le 15.000 unità) in Germania nel novembre-dicembre 1941 con appositi convogli ferroviari.

