Page 290 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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           mando truppe Zara in divisione di fanteria, e il principale antagonista dell’autorità politica,
           il generale Armellini, fu rimosso dall’incarico. In realtà, a testimonianza della migliorata
           situazione e dell’avvicinamento di parte della popolazione agli occupanti, il governatorato
           iniziò la costituzione del cosiddetto Corpo volontari anticomunisti della Dalmazia italiana.
           Le adesioni dovettero essere abbastanza numerose se il governatorato richiese alle autorità
           militari, entro il giugno del 1942, 1.000 moschetti mod. 91 e 10 fucili mitragliatori. In
           agosto nella provincia di Zara erano già operanti quattro bande della forza di 70 uomini
           ciascuna, oltre a una banda ortodossa di 60 uomini. Le formazioni di paesani armati trova-
           vano difficoltà a costituirsi a causa dell’immediata eliminazione da parte dei partigiani dei
           primi adepti. Tali forze M.V.A.C. rimasero al servizio degli italiani fino all’estate 1943, non
           venendo coinvolte nel processo di smobilitazione che interessò le milizie cetniche in altre
           zone della Croazia e nel Montenegro .
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              La sostituzione di Bastianini con Giunta non servì a migliorare i rapporti tra i militari e
           l’autorità politica. Il nuovo governatore, sulle prime sembrò orientato a recuperare relazioni
           amichevoli col comandante del XVIII Corpo d’Armata, sciogliendo il gabinetto militare
           del Governatorato tanto osteggiato da Armellini, ma ben presto tornarono a emergere le
           gravi incomprensioni che avevano caratterizzato il periodo precedente: tra Giunta e il gene-
           rale Spigo le tensioni furono fortissime  e non si esaurirono nemmeno quando il 26 luglio
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           i territori annessi della Dalmazia furono dichiarati zona d’operazioni, cosa che riservava la
           difesa dell’ordine pubblico alle autorità militari. Giunta si oppose al tentativo del comando
           del XVIII Corpo d’Armata di assumere anche i poteri civili e la situazione si risolse solo agli
           inizi di agosto, quando il governo Badoglio sciolse il Governatorato della Dalmazia.
              Nel marzo 1943 il comando della 2ª Armata propose al governatore, in alternativa
           all’internamento protettivo o repressivo, l’invio dei maschi validi in Italia come forza la-
           voro, oltre all’abrogazione del tribunale straordinario, a cui veniva imputata una eccessiva
           severità di giudizio . Particolarmente censurati erano i comportamenti violenti ai quali si
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           lasciavano andare di frequente i reparti di squadristi e della M.V.S.N. di stanza nelle princi-
           pali città della Dalmazia annessa, riproponendo metodi dello squadrismo della prima ora,
           manganellate, sassaiole, devastazioni di locali, del tutto fuori luogo nel contesto del 1941-
           1943 a Zara, Spalato, Sebenico e Cattaro.
              Nel giugno del 1943 si svolse un’intensa attività operativa soprattutto da parte della
           Divisione “Zara” con l’appoggio di formazioni M.V.A.C. nella zona di Vodice e nell’area


           798 Nel maggio 1943, il S.I.M. segnalò il dibattito interno ad ambienti anticomunisti filo-italiani per la
              costituzione di una Guardia nazionale dalmata, che avrebbe dovuto avere come modello di riferimen-
              to la Bela Garda slovena.
           799 Nota sulla situazione politico-militare della Dalmazia, in data 13 luglio 1943 a firma generale Mario
              Robotti. Quest’ultimo propose di sostituire il generale Spigo, il quale sembrava “stanco del continuo
              sistema di ostarlo al suo lavoro e dei larvati attacchi alla sua persona” da parte delle autorità politiche
              della Dalmazia.
           800 La Commissione d’inchiesta sui crimini di guerra riporta che “per la sua composizione e l’ingiustifi-
              cabile rigore delle sue decisioni, il tribunale straordinario di Sebenico ebbe a preoccupare seriamente
              le stesse autorità militari d’occupazione”.

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