Page 287 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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La 2 armata e Le operazioni di controguerrigLia in JugosLavia (1941-1943) 287
AUSSME. Interrogatorio di un sospetto partigiano.
Appoggiato a terra un moschetto automatico Beretta
nei rapporti con la popolazione per il velleitario tentativo di fascistizzare la società dalma-
ta, raggiungendo l’unico risultato di spingere la popolazione nelle braccia del movimento
comunista.
Lo scontro tra governatori e generali si ripercosse negativamente sulla gestione politico-
militare dei territori annessi, finendo per agevolare il sorgere ed il diffondersi della ribellio-
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ne . Armellini era favorevole alla costituzione di una fitta scacchiera di presidi dell’esercito
ai fini del controllo del territorio e delle popolazioni, nonché a vantaggio dell’attività in-
formativa. L’intenzione era quella di affidare alle forze di polizia e della M.V.S.N. la difesa
dell’ordine pubblico nelle città e la protezione degli stabilimenti industriali. Dal Corpo
d’Armata sarebbe dipeso l’impiego delle truppe in operazioni di polizia e di rastrellamento,
con l’obbligo di informare preventivamente le autorità politiche. Armellini era propenso,
inoltre, a “mitigare senza sconfessarla completamente attuale politica di snazionalizzazione
790 Promemoria circa province annesse. Scriveva Armellini nell’estate 1942: “Problema dominante Dalma-
zia est problema militare. Errore che sempre più appare colossale istituzione governo civile che si può
considerare insopprimibile, ma non deve pesare oltre bisogno. Organizzazione militare che doveva
attuarsi un anno fa et che si inizia oggi deve estendersi su tutto territorio et poter agire con piena li-
bertà azione, inquadrata naturalmente direttive governo. Siamo ancora lontani da ciò, ma at questo
bisogna arrivare. Due eserciti, due teste, due sistemi sono dannosi, disperdono mezzi che non sono
doviziosi, sperperano forze et energie che dobbiamo invece risparmiare perché vita che conducono
truppe da oltre un anno et che non accenna cambiare la logora et della efficienza loro siamo noi re-
sponsabili” (telegramma n. 176/OP.T, cit.).

