Page 340 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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           e 75/18) in grado di seguire anche su terreni impervi le colonne di fanteria appiedate. Pur
           richiedendo numerosi muli per il loro trasporto, queste artiglierie leggere potevano fornire
           un elevato volume di fuoco aderente all’azione della fanteria e di buon rendimento contro
           apprestamenti campali e appostamenti di armi automatiche, a cui i partigiani, di solito, non
           avevano niente da opporre. Se da una parte le salmerie costituivano un vantaggio rispetto
           ai ribelli permettendo di avere al seguito armamento pesante e scorte di viveri e munizioni,
           dall’altra appesantivano le colonne italiane che erano costrette a seguire i percorsi obbli-
           gati individuati dalle mulattiere, spesso interrotte dai partigiani con abbattute di alberi e
           trappole esplosive che rallentavano ulteriormente l’avanzata italiana: “La presenza delle sal-
           merie, che ha sempre appesantito i reparti e costretto a scegliere direttrici di rastrellamento
           coincidenti con mulattiere, onde non attardare le colonne, in relazione agli obiettivi fissati
           per ciascuna giornata, ha reso il movimento meno spigliato di quanto avrei voluto” . Per
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           quanto riguarda i traporti logistici di munizioni e viveri i muli, invece, costituivano spesso
           l’unica soluzione in terreni difficili, montani e boscosi, e furono largamente utilizzati dalle
           grandi unità di fanteria . Durante l’inverno 1941-1942 in terreni innevati e su strade di
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           montagna gli autocarri furono spesso sostituiti da slitte trainate da cavalli , mentre l’anno
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           dopo si ebbero a disposizione sgombraneve a motore (anche del tipo a turbina) e a traino
           animale. Fin dal primo inverno inoltre si organizzarono in ambito 2ª Armata e Comando
           truppe Montenegro reparti di sciatori, a livello di plotone, anche presso normali reparti
           di fanteria . Gli apparati radio, anch’essi someggiabili, avevano una diffusione limitata a
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           livello di reggimento/battaglione ed erano di funzionamento incerto in terreni fittamente
           coperti e montagnosi. Per il collegamenti con gli aeroplani ci si affidava per lo più ai teli da


           875 Relazione sull’attività operativa del Nucleo mobile divisionale “Isonzo” nei complessi I, II, III e III bis, in
              data 4 settembre 1942. Cicli operativi particolarmente intensi e prolungati avevano effetti deleteri
              sugli equini, che subivano perdite rilevanti soprattutto a causa dell’alimentazione insufficiente e irra-
              zionale, degli scarsi abbeveraggi e delle numerose lesioni a carattere chirurgico.
           876 Nel corso dell’operazione “Trio” in Bosnia orientale la divisione di fanteria “Cacciatori delle Alpi” eb-
              be garantita la propria alimentazione logistica da oltre un migliaio di quadrupedi ripartiti in tre sca-
              glioni. Nella stessa operazione l’organizzazione logistica della divisione alpina “Pusteria” si basò su di
              una colonna salmerie di 500 muli (nel complesso la divisione impiegò circa 2.200 muli).
           877 “Alle colonne di autocarri si sostituirono le colonne di slitte e di muli che, affrontando temperature di
              oltre 40° sotto zero e la continua insidia del nemico, assicurarono il collegamento fra i presidi. I veloci
              reparti sciatori (che suscitarono anche l’ammirazione del comando tedesco durante le operazioni su
              Rogatica del gennaio 1942), frugarono la montagna alla ricerca del combattimento e dimostrarono
              al nemico che ogni ostacolo non era abbastanza robusto per i saldi cuori degli alpini” (relazione sulle
              operazioni svolte in Bosnia in concorso con le truppe tedesco-croate aprile-maggio 1942, Comando 5ª Di-
              visione Alpina “Pusteria” – Ufficio Stato Maggiore).
           878 Anche il XII Battaglione carabinieri di Sussak organizzò nel primo inverno un reparto sciatori: “Du-
              rante la stagione invernale uno speciale reparto, opportunamente attrezzato e dotato di mezzi da scia-
              tore, eseguì numerosi servizi di battuta, intervenendo immediatamente nelle zone ove era notata la
              presenza di ribelli. Tale reparto, di facile manovra, si dimostrò di grande utilità per la rapidità di mo-
              vimento e la possibilità di vivere isolato per alcuni giorni” (Relazione sull’attività svolta dall’Arma nei
              territori ex jugoslavi dall’11 aprile 1941 al 30 settembre 1942, Comando CC.RR. del Comando Supe-
              riore FF.AA. “Slovenia-Dalmazia”).

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