Page 47 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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GuerriGlia e controGuerriGlia nell’italia meridionale. il Grande briGantaGGio post-unitario (1860-1870) 47
porzione di territorio . In sostanza furono costituiti, alle dipendenze del Comando gene-
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rale delle truppe per la repressione del brigantaggio, quattro comandi di Zona, con sede,
rispettivamente, a Caserta, L’Aquila, Benevento e Campobasso che, singolarmente, aveva-
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no a disposizione la forza di poco più di un battaglione . I comandi di Zona, a loro volta,
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erano ripartiti in comandi di Sottozona militare, con la forza di tre compagnie, i comandi
di Sottozona erano ripartiti in comandi di Scompartimento, con la forza di due compagnie
e, infine, quelli di scompartimento in comandi di Distaccamento, con la forza minima di
una compagnia. La differenza tra l’organizzazione territoriale per la repressione del bri-
gantaggio attuata da Pallavicini e quella predisposta dal Cialdini nel 1861 e perfezionata
fino al 1864 da La Marmora era soprattutto nella forza a disposizione dei singoli comandi.
Mentre un Comando zona militare dell’organizzazione Cialdini-La Marmora aveva a di-
sposizione la massa di poco più di un reggimento di fanteria con un’aliquota di cavalleria,
nell’organizzazione Pallavicini, come abbiamo visto, un comando di Zona aveva la forza
di un battaglione rafforzato. Del resto le esigenze operative erano cambiate, non si trattava
più di sgominare le grosse bande a cavallo capaci di attaccare anche grandi centri abitati ma
di distruggere il resto del brigantaggio che ormai si era annidato nel cuore dell’Appennino.
Nel terzo punto, le forze a disposizione erano ripartite in: truppe di presidio che non
dipendevano dal Comando generale per la repressione del brigantaggio; truppe destinate
alla vigilanza delle vie di comunicazione e distaccate nelle blockaus , dipendenti dal Co-
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mando generale per la repressione del brigantaggio; truppe addette alle repressione del
brigantaggio, esclusivamente dipendenti da quel comando generale e, infine, i carabinieri
reali destinati a concorrere in tutte le operazioni del servizio di pubblica sicurezza. Il quinto
punto - “la natura del servizio da prestarsi dalle truppe e il modo di regolarlo” - ripartiva in
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due tipologie il complesso di operazioni antibrigantaggio: il servizio di vigilanza delle vie di
comunicazione e di guardia alle blockaus e il “servizio di repressione brigantesca” o di pubbli-
ca sicurezza, a sua volta ripartito in servizio ordinario, straordinario e speciale. Il “servizio
ordinario di pubblica sicurezza” si attuava attraverso 5 tipi di operazioni: le perlustrazioni ,
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intese come le operazioni militari, secondo le quali, per mezzo del costante e continuo
75 L’organizzazione operativa si affiancava anche in questo caso all’organizzazione territoriale dell’Eser-
cito, che prevedeva sempre le divisioni territoriali.
76 Cfr. luiGi tuccari, Memorie sui principali aspetti tecnico-operativi della lotta al brigantaggio, op. cit.,
appendice 1, p. 240.
77 La sede del comando di Zona in linea di massima corrispondeva alla sede del comando di battaglione.
78 “Blockaus: (casa di legno). Caserma difensiva o corpo di guardia, originariamente di tronchi di legno,
circondata da ostacolo (fosso) e da difese accessorie, destinato a riparare un piccolo presidio per la di-
fesa e la sorveglianza di un posto. Fa sistema con altri elementi difensivi […]”. Blockaus in enciclope-
dia Militare, op. cit. (ad vocem).
79 coMando Generale delle truppe per la repreSSione del BriGantaGGio, istruzione teorica ad uso delle
truppe destinate alla repressione del brigantaggio, in Generale Emilio Pallavicini di Priola, Manuale di
controguerriglia, op. cit., p. 16-17.
80 Ibidem, pp. 17-23.
81 Ibidem, pp. 23-27.