Page 149 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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                Per quanto ri·guarda  i  nuovi rapporti internazionali dell'Italia postbellica -
             dedsìvi anche per la loro influenza sul senso di identità nazionale - non sem-
             bra tunavia  possibile rrascur:ue quaruo avvenne  tra 1'8 settembre 1943 e  ìl 25
             aprile 1945. È norn ad esempio l'importanza della "svoha di Salerno": l'inseri-
             mento dei  partiti  antifascisti  nel secondo governo  Badoglio fu  a.llora voluta
             dagli Alleati per gestire Ja  transizione italiana e  che quel governo fu  accettato
             da Togll:m.i  in .streaa connessione con le d.irettive di Mosca.  L'intervento degU
             Alleati  e  le  partlcoiari cirCOStanZe  del  dopoguerra  influirono  profondamente
             sul nuovo sistema politico-isti[Uzional.e po:.'tbellico e  in particolare sulla funzio-
             ne  dei  pa.n:iti.  Poco tempo dopo,  nel  1947,  De  Gasperi avrebbe definito  la
             Democrazia  Cristiana  un  "partito nazionale"  alludendo all'impossibililà  della
             DC di  essere semplice  portalrlce degli  interessi  di  una  parte soltanto della
             società italiana. Già da quegli anni, ai  principa.ii partiti politici è spettato anche
             il compito di interpretare e di rappresentare l'interesse nazionale.
                Le  vicende  deiJa  guerra,  dell'armistizio,  dell'occupazione,  posero  la
             nuova classe dirigente C'dttolica. anzitutto davanti all'esigenz;l di operare per la
             ripresa dello Stato nazionale, dopo il collasso della vecchia  dasse dirigente e
             deUe  istituzioni nazionali.  Fin dal  1944  De Gasperi, fondatore e  feaderdella
             DC, si  adoperò,  nell'importante  posizione di  ministro  degli  Esteri,  per una
             piena e  l"dpida restaurazione della sovranità italiana. Egli tentò di contenete le
             pesan.ti ingerenze dell'autoritil  militare anglo-americana nella politica estera e
             nella  politica  interna del  Paese,  cercando contemporaneamente di  stabilire
             relazioni  dirette con Washington,  per pas.o;are  dai  rapport.i  tra  occupato e
             occupante a quelli da governo a governo.
                ~ noto in questo senso il significato che ebbe per lui  la  questione del
             Trattato di Pace,  la  cui  rapida  ratinca  avrebbe  permesso,  a  suo avviso, dì
             accellerare il  ritorno ad una piena sovranità. Tutravia, la dasse dirigente cano-
             lica, pur rifiutando la logica revision.ista che in tanti  paesi europei aveva fano
             seguito alla pace di Versailles, si pose il problema di superare nel tempo logi-
             che punitive e contrapposizioni tra vincitori e  vinti connesse alla guerra. Con
             questo spirito, essa  si  mostrò particolarmente  interessata  alla  ricerca  di  un
             nuovo ordine internazionale  fondato su  uno spirito di collaborazione e  di
             redprocità.  Nel oomplesso,  De  Gasperi  fu  ispirato  da  una visione  realisrica
             della  situazione e  dallil  percezione,  condivisa anche  da  buona  parte  della
             diplomazia italiana, del declino europeo e della crescente influenza  delle due
             superpotenze  nel  nuovo scenario  postbellico.  Egli  cercò  però di  portare  in
             quesla nuova situazione, pur con profondi adattamenti, la  lezione storica del
             multinazionalismo asburgko e eli quella forma di convivenza tra popoli diver-
             si, al fme di supen.re le esaspera.zioni del principio di nazionalità che aveva-
             no favorito la guerra.  De Gasperi si faceva cosi interprete delle ripetute con-
             danne, e.spre~ dal magistero pontificio a partire dal 1937. della pretesa di far
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