Page 153 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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             inferiore al  peso rimorchiabile dalla  locomotiva < >,  permeneva energiche ac-
             celerazioni che insieme a fermate  brevissime, anche infe.riori a trenta secondi,
             rendeva possìbiU velocità commerciali (7) elevate.
                Sul fronte invece della sicurezza è di quegli anni l'ìruroduzione nelle linee
             a  modesto traffico, del dirigente unico cui sono demandati la  circolazione  dei
             treni  e  la  regolamentazione degli  incroci (8)  e  nelle  linee a  forte traffico,  del
             dirigente  centrale  per tenere souo controllo l'andamento  di  tuili  i treni sugge-
             rendo per telefono le correzioni necessarie a rendere più fluida la circolazione.
                Vennero sperimentati i primi sistemi di ripetlzione in macchina dei segnali
             lungo linea, utilissimi in caso di nebbia o  di scarsa vìsibilità, e  il blocco auto-
             matico a circuiti di  binario, che rileva  la  presenza di un treno su  una  tratta dì
             binario e evita istradamenti pericolosi e aperture di segnali Intempestive.
                Glì studi sull'armamento si intensificarono e  per la  prima volra  venne dif-
             ferenziata  in  orario sulla stessa tratta <<>>,  la  velocità  massima  per treni  e  per
             automotrici più leggere.
                Furono progettati nuovi mezzi chiamaci eleurotreni, veicoli cioè di moder-
             na concezione costiruiti  da  C'd rrozz.e  con posti  a  sedere per i viaggiatori, con
             motori  elertrici  nei  carrelli e  con  attrezzature  di  comando nel sottocassa OO>,
             privi quindi del locomotore di trazione, capaci di raggiungere la  velocità mas-
             sima di 160 Km/h e dotati di impianti per il condizionamento dell'aria. Uno di
             questi elertrorreni, costituito da tre  pezzi, del peso di 120  t  e  con potenza di
             1.200 KW  ro~ggiunse nel 1937 nella tratta Campoleone-S<:!zze sulla  linea Roma-
             Napoli, la  velocità di 201 Km/h < >.
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                Fra  i treni di c-Jrrozze,  uno trainato da un locomotore eleurico del grup-
             po 428 raggiunse nel 1938 i 158 Km/h; analogo sforzo fu  fatto sul fronte delle
             velocità  commerciali e  nel  1939 un  ele ttrotreno  percorse  la  Lr<llla  Milano-
             Bologna alla velocità media di 176 K.m/h  toccando punte di 203 Km/h.
             Lo stato della rete nel1939
                Al  principio della  guem la rete ferroviaria aveva  uno )Viluppo comples-
             sivo di 28.210 Km dei quali 8.847 a doppio binario sulle relazioni più impor-
             tanti,  12.125 a semplice bln<1rio e  7.238 come binari di stazione, lvi compresi
             gll scali merci e di smistamento (12J.
                Data  l'orografia del te.rritorio nazionale, non era stato possibile realizzare
             le linee senza incontrare ostacoli  naturali quali fiumi  o  montagne da superare
             con ponti e gallerie.
                l ponti in muratura raggiungevano la cifra di 39.091 per uno sviluppo com-
             plessivo di 242.497 m con una  lungheu.a media di m 6.2 mentre quelli in ferro
             erano 4.067 per una lunghezza di 78.684, con una lunghezza media di m 19.3.
                le gallerie sulle linee a doppio binario erano 225 con una lunghezza com-
             plessiva di 179.3 Km e  1.624 a semplice binario con uno sviluppo di 731.6 Km.
             Le gallerie sulle linee a doppio binario erano mediamente più lunghe di quelle
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