Page 157 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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             in  rappresentanza del ministero della  Guerra  (Direzione Superiore Trasponì).
             L'8 sencmbre 1943 aveva seguito il primo governo Badoglio a  Brindisi ed era
            stato  nominato souosegretario alle  Comunicazioni.  Dopo  la  Uberazìone  di
             Roma divenne direnore generale delle FS,  carica che ricopri ftno alla pensio-
             ne nel 1956. Mori a Roma nel marzo del 1959.
                l 'ing. di Raimondo e la Direzione Generale, alla  fine della  guerra, parti-
             rono dalla constatazione che gli eventi bellici  avevano largamente distruno la
            struttura  vitale  per  la circolazione  dei  treni:  dispositivi  di  sicurezza,  linee
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             aeree elettrificate,  ponti in muratura e  in  ferro e  materiale rotabile < > (specie
             locomotori elettricO.
                A  loro  giudizio era  impossibile,  per la  complessità  del  fattori  e  per
             l'urgenza di  rianivare la  circolazione,  un intervento organico di ricostruzione
             che si  proponesse  anche  un  riclassamemo e  ammodernamento dell'intera
             rete, correggendo cioè le deficienze prees!stentì, durante l'opera di rianivazio-
             ne della struttura ferrovia.r!a danneggiata dalla guerra.
                Occorreva  infatti  tenere conto  nella elaborazione dei  programmi,  della
             mancanza di finanziamenti adeguati e  continuativi, dell'assenza di un adegua-
             to coordinamento tecnico ed economico, della s<.:arsità  di  personale tecnico
             quallficaco,  della  necessilà  di  assicurare  al  più  presco  possibile  una  ripresa
             della circolazione sul maggior numero possibile dt linee.
                Il  programma  previde come  primi  passi  della  ricostruzione,  l'aumento
             della  produzione, da  parte delle  indusll'ie  fomill'ici,  del materiale  necessario
            alla so&iruzione delle strurrure irrimediabilmenre danneggiate dalla guerra e il
             ripristino nelle officine aziendali dei livelli di produttivirà ante guerra.
                La  soluzione del primo problema, di mero carattere politico, spettava al
             Governo che sulla base di una •cooperazione internazionale" doveva provve-
             dere affinché  una  maggiore  importazione  di  materie  prime  consentisse alle
             industrie fornitrici la prosecuzione celere delle attività.
                Per la  riattivazione della  produttlvit:l  delle officine ferroviarie  o  almeno
             per quelle partì rimesse in efficienza,  si faceva conto sulla collaborazione dei
             capi impianti, che appellandosi al "buon senso" avrebbe dovuto promuovere
             la  collaborazione fra  dirigenza  e  maestranze e  ripristinare  la  disciplina  e  lo
            spirito di corpo sul posto di lavoro.
                TI  piano di  ripristino  delle linee  ferroviarie  venne studiato  in  modo da
             arrivare alla  riapenura graduale delle linee,  iniziando  da quelle principali  in
             funzione della ripresa dell'apparato produttivo.
                Le linee vennero divise in tre categorie in relazione all'importanUI econo-
             mico-sociale del territorio e alla domanda di traspoJto:
             l) linee principali a grande traffico e  ad aha velocità;
             2)  linee prindpali a medio traffico e a velocità non superiore a 100 Km/h;
             3)  linee secondarie a traffico limitato e velocità non superiore a 90 Km/h.
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