Page 151 - La Grande Guerra dei Carabinieri - Flavio CARBONE
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Roma, 24 maggio 1918. Celebrazioni del terzo anno di guerra. La folla
in via del Corso in attesa di spostarsi al Vittoriano per la consegna della
bandiera di guerra ai volontari cecoslovacchi.
Rome, 24 May 1918. Celebrations for the third year of war. The crowd
in via del Corso is waiting to move to the Vittoriano for the war flag
handover to the Czechoslovakian volunteers.
L’armistizio, che rappresentò la resa incondizionata da
parte dell’ormai antico nemico, fu firmato alle ore 15.00
del 3 novembre 1918 a Villa Giusti, alle porte di Padova,
e anche in quella circostanza erano presenti i Carabinieri
come alcune testimonianze fotografiche riportano.
Naturalmente, la firma dell’armistizio non significò la
fine delle attività dell’Arma. Nuovi compiti si sommarono
a quelli preesistenti. Per esempio, le unità dell’Esercito
progressivamente fecero ritorno alle proprie sedi di mo-
bilitazione per procedere quindi alle operazioni di conge- ghi delle zone invase dal nemico poterono
damento dei militari. I Carabinieri furono interessati dai rientrare in possesso dei loro beni o co-
servizi di polizia militare, di scorta e di vigilanza lungo munque ritornare ai paesi d’origine; vi fu
le principali arterie di comunicazione e a bordo dei tre- la necessità di segnalare costantemente
ni e delle tradotte che dal fronte si muovevano verso il agli organi preposti l’incredibile nume-
Paese. Inoltre, i militari dell’Arma dovettero provvedere ro di bombe inesplose che continuarono
immediatamente a garantire l’ordine e la sicurezza pub- a mietere vittime ben oltre la fine del
blica nelle aree che erano passate sotto il controllo italiano conflitto. Ancora, i Carabinieri rimasero a vigilare sui
nei territori di occupazione (come in Austria), oltre che beni di proprietà dell’amministrazione militare e a in-
nelle cosiddette “nuove provincie”; gradualmente i profu- vestigare sulla loro sottrazione, recuperando costante-