Page 165 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO SESTO




                  dere la propria presenza ai giapponesi. Una volta scoperto da una vedetta nemica, l’Ammiraglio russo
                  compì l’errore di non impedire, mediante un potente trasmettitore di cui disponeva, che l’allarme
                  fosse trasmesso al grosso della flotta giapponese da cui venne assalito e sconfitto davanti all’i-
                  sola di Tsushima. 9
                  Durante la guerra dell’Italia contro la Turchia, gli Austriaci, si erano dedicati con particolare
                  assiduità all’intercettazione dei numerosi dispacci radiotelegrafici italiani e ai tentativi di de-
                  crittarli, iniziando a formare, proprio in quella occasione, un reparto crittografico.  Poi, sin dai
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                  primi mesi della Guerra Mondiale, le radio intercettazioni dimostrano di poter incidere sull’esito
                  di alcuni eventi bellici, sia al fronte orientale che in quello occidentale.
                  In oriente, il “rullo compressore russo” entra in azione nell’agosto del 1914 con una rapidità im-
                  prevista dai Tedeschi e agisce “a tenaglia” con due armate, di cui la prima comandata dal Generale
                  Pavel Rennenkampf, invade la Prussia orientale, puntando verso Ovest e la seconda, al comando di
                  Aleksandr Samsonov, tenta una manovra di aggiramento da Sud. Senza voler qui narrare le com-
                  plesse fasi della Campagna, si osserva che il piano russo, per aver successo richiede uno stretto
                  sincronismo tra le azioni delle due armate, ottenibile solo mediante un canale di comunicazione af-
                  fidabile che, data la distruzione delle linee telegrafiche operate dai Tedeschi in ritirata e le difficoltà
                  per un loro rapido ripristino, possono ottenersi soltanto con l’impiego del mezzo radio.
                  Sembra però che il cifrario preparato dal Quartier Generale russo e inviato alle Armate, per tema
                  di “improprie diffusioni”, poco tempo prima dell’inizio delle operazioni, non fosse ancora giun-
                  to a tutte le unità per difficoltà di trasmissione, costringendo i comandi russi a trasmettere “in
                  chiaro”. L’intercettazione dei dispacci inviati dai due Generali russi ai rispettivi Corpi d’Armata
                  consente al Comandante dell’Ottava Armata germanica Paul von Hidemburg e al suo Capo di
                  Stato Maggiore Herich Luderdorff di conoscere la lentezza dei movimenti verso occidente della
                  Prima Armata russa e di concentrare così le proprie forze solo contro la Seconda Armata.
                  Sempre per via delle intercettazioni radio, i comandi germanici conoscono i punti più deboli an-
                  che di quest’ultima e, dal 26 al 30 agosto del 1914, nonostante la strenua difesa di alcuni reparti,
                  riescono a sopraffarla e annientarla. Samsonov si suicida e i Tedeschi si volgono subito dopo
                  contro l’armata di Rennenkampf e la scacciano dalla Prussia orientale.
                  Verso la metà di settembre viene finalmente completata la distribuzione del cifrario ai reparti
                  russi e la lettura dei dispacci da parte dei tedeschi diviene impossibile, ma solo per breve tempo,
                  perché a questo punto, entrano in azione i decrittatori austriaci che operano anch’essi sul fronte
                  orientale e il Capitano Hermann Pokorny, in pochi giorni, forza il semplice cifrario e interpreta
                  nuovamente i dispacci russi.  Impresa divenuta ancora più facile nella primavera del 1915,
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                  quando i Russi adottano come “codice di trincea” un semplice “alfabeto di Cesare”, facilmente
                  usabile da mugiki semi o del tutto analfabeti che formano la gran parte loro Esercito. 12
                  Al fronte occidentale, le armate tedesche che invadono il Belgio e la Francia sono costrette a im-
                  piegare la radio, trovando inutilizzabili o distrutte dai loro nemici in ritirata le linee telegrafiche
                  e telefoniche.  I Tedeschi fanno però uso di un sistema cifrante complesso che rende difficile e
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                  lungo il lavoro degli uffici cifra, indotti spesso a commettere errori con conseguenti richieste di
                  ritrasmissione dei telegrammi, provocando ritardi e inefficienze nelle comunicazioni e costrin-

                  9   Mario de Arcangelis, Electronic Warfare, From  the battle of Tsushima to the Falklands and Lebanon conflicts, Blandford
                  Press, 1985, p11-18.
                  10   M. Ronge, Spionaggio, op. cit., p. 62 – 63.
                  11   Il cifrario russo sostituisce ciascuna lettera del dispaccio in chiaro con numeri a due cifre. In sostanza, per cifrare, si usa
                  una tabella in cui la prima riga riporta i 33 caratteri dell’alfabeto russo che sono sostituiti da numeri a due cifre riportati,
                  senza alcun ordine, nelle otto o dieci righe successive. L’impiego dei numeri di una riga o di un’altra è effettuato “ a salti”
                  secondo regole fisse, invece di utilizzare chiavi variabili nel tempo. Questo metodo risulterà più chiaro dalla lettura delle
                  pagine successive.
                  12   Per il codice di Cesare si veda i paragrafi seguenti.
                  13   Il numero di ricetrasmettitori tedeschi, all’inizio del conflitto, ammontava a 30 di media potenza e 22 di bassa potenza.


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