Page 166 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               gendo talvolta a trasmettere addirittura “in chiaro”.
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               Gli abili analisti francesi decrittavano sin dall’anteguerra i dispacci tedeschi, ma una nuova
               chiave impedisce al Deuxième Bureau dello Stato Maggiore l’interpretazione dei dispacci fino
               ai primi di ottobre del 1914. Quindi le comunicazioni in chiaro sono ovviamente molto gradite
               ai Francesi che, fino a quando non vengono a capo dei cifrari avversari, provocano ulteriori pro-
               blemi ai loro nemici disturbando le loro ricezioni mediante le emissioni della potente stazione
               istallata ai piedi della Torre Eiffel.
               Quindi il sistema di radio comunicazioni dell’Esercito tedesco, chiamato a smaltire una grande
               mole di traffico generato per consentire il coordinamento di un esercito forte di 700.000 uomini
               in movimento su un fronte molto vasto, non si dimostra all’altezza delle esigenze, confermando
               come la tecnica radio non sia, all’inizio della guerra, ancora sufficientemente matura per sup-
               portare operazioni militari di tali dimensioni. Secondo le analisi di numerosi storici, la difficoltà
               di comunicazione tra i Comandi tedeschi sarebbe stata una delle cause della ritirata ordinata dal
               Generale von Moltke nella prima battaglia della Marna che segna il fallimento del famoso piano
               Schlieffen, alla base della “guerra lampo” contro la Francia.

               cos’è La communication inteLLigence
               Quanto accaduto all’inizio della guerra al fronte orientale e occidentale dimostrò l’importanza
               delle comunicazioni radio, ma anche la loro intrinseca esposizione alle intercettazioni, favoren-
               do quindi, in tutti gli eserciti, lo sviluppo di organizzazioni e la ricerca di tecniche finalizzate
               all’ascolto e all’interpretazione dei dispacci nemici.
               Tali attività si estesero e si perfezionarono nel corso della Grande Guerra, a tal punto da consenti-
               re di allocare proprio negli anni del conflitto l’origine e l’affermazione di quella che, con termine
               moderno, è denominata “Communication Intelligence” o COMINT, aggiuntasi alla fonte tradi-
               zionale d’informazioni, oggi denominata HUMINT (Human Intelligence), raccolte  con i mezzi
               dello spionaggio, delle interrogazioni di prigionieri e disertori, ecc.
               In realtà, termini simili a quello di “Communication Intelligence” vennero impiegati, già sul fini-
               re della Prima Guerra Mondiale, ad esempio quando nel Corpo di Spedizione americano operan-
               te in Francia, si attribuì il nome di “Radio Intelligence Section” all’organizzazione crittologica
               dedita all’analisi di cifrari e dispacci nemici. 15
               La Communication Intelligence è oggi definita nei modi più vari dai testi specialistici e dalle Com-
               missioni che se ne occupano. In linea del tutto generale, si può intendere come COMIT “la raccolta
               di informazioni da parte di soggetti diversi da quelli a cui una comunicazione è indirizzata, median-
               te l’intercettazione e l’analisi di segnali emessi da persone, sotto varia forma, vocale, testuale, ecc.”
               Rientrano in questa categoria i segnali finalizzati alle comunicazioni telefoniche e telegrafiche. 16
               I principali strumenti di cui si avvale la COMINT, corrispondenti ad altrettante fasi del processo
               di acquisizione delle informazioni dalle trasmissioni nemiche, sono:
                    • l’intercettazione, cioè la copia e registrazione dei dispacci nemici;
                    • l’analisi del traffico, cioè lo studio del traffico intercettato o monitorato, per ricavarne
                     informazioni, anche senza l’interpretazione del significato dei messaggi;
                    • l’interpretazione dei dispacci intercettati che comprende l’analisi crittologica.


               14   Il cifrario tedesco denominato ÜBCHI impiegava la doppia trasposizione per colonne. Il significato di questi termini sarà
               spiegato più avanti.
               15   D. Kahn, op. cit., p.333. Anche in questo libro, si utilizzerà il termine Radio Intelligence con riferimento a quella parte
               della Communication Intelligence ottenuta con l’impiego di mezzi radio.
               16   Talvolta, nell’uso attuale, piuttosto che di COMINT si preferisce parlare di Signal Intelligence o SIGINT. In realtà, se-
               condo le definizioni correnti, la SIGINT comprende, oltre alla COMINT, anche l’ELINT (Electronic Intelligence) cioè la
               raccolta d’informazioni con intercettazione e analisi di segnali emessi da macchine che si è sviluppata dopo la prima guerra
               mondiale. Perciò sembra più corretto parlare in questa sede di Communication Intelligence.

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