Page 170 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
fronte dell’Isonzo, vi sono quelli forniti da Alessandro
Artom, naturalmente più evoluti del cimelio esposto nel
Museo del Genio, ma presto eliminati e sostituiti dai di-
spositivi Marconi - Bellini - Tosi il cui nome si deve ai
brevetti depositati nel 1908 e nel 1910 dall’Ingegnere
Ettore Bellini e dal Tenente di Vascello Alessandro Tosi.
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A seguito dell’acquisto del brevetto da parte della Mar-
coni, nel 1912, i radiogoniometri prodotti da questa dit-
ta, hanno assunto il nome di Marconi - Bellini - Tosi
(figura 6.10), ben noto per il loro impiego in numerosi
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eserciti e marine durante la guerra.
Come già accennato, l’efficacia della Communication
Intelligence dipende, in gran parte dalla sinergia tra
le sue componenti: intercettazione, analisi del traffico
e analisi crittologica. A questo proposito, si ricorda la
6.10 Radiogoniometro “Marconi Bellini considerazione di David Khan, secondo il quale nella
Tosi” (© Creative Commons’) Grande Guerra, «moltiplicandosi il numero dei codici,
la loro soluzione venne a dipendere sempre più dall’a-
nalisi del traffico, e cioè dalla distinzione dei messaggi delle varie unità». Sulla terza compo-
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nente della COMINT, l’analisi crittologica, si tornerà dopo aver descritto le tecniche di prote-
zione dei dispacci.
6.3 LA SICUREzzA DELLE TELECOMUNICAzIONI
metodi per garantire La sicurezza
E’ ovvio che il miglior rimedio contro la Communication Intelligence nemica risiede nel limitare
all’indispensabile l’impiego dei mezzi di Telecomunicazione, evitando per esempio di usare il
telefono indiscriminatamente, come è spesso accaduto in ambedue gli schieramenti al fronte
italiano e applicando il silenzio radio, specie quando sono disponibili canali di comunicazione
alternativi. Perciò, il successo delle operazioni di Intelligence dipende in maniera significativa
dalle strategie di impiego delle comunicazioni da parte degli avversari, riguardo all’entità e al
tipo di traffico generato, alle norme di trasmissione, ecc.. Nel caso delle radio comunicazioni, gli
Eserciti italiano e austroungarico hanno adottato, per gran parte del conflitto, criteri di impiego
della radio profondamente diversi.
Nell’impossibilità di escludere l’impiego delle indispensabili telecomunicazioni, tutti gli eserciti,
hanno cercato di contrastare le attività “offensive” sopra delineate, attuando metodologie oggi
identificate globalmente con il termine “Communication Security” che comprende: a) la sicurezza
fisica dei sistemi di comunicazione; b) la protezione della trasmissione e c) quella dei contenuti.
Rientrano nelle misure di “sicurazza fisica” adottate sistematicamente durante la Grande Guerra
23 La collaborazione tra il Professor Artom e l’Esercito italiano continua almeno fino all’entrata in guerra dell’Italia, come è
provato da un gruppo di lettere riguardanti un «sistema radiotelegrafico dirigibile», ideato e modificato dal Professore, per
renderlo idoneo all›applicazione sul campo (AUSSME, Fondo F4 Ufficio Servizi, b. 7).
24 Grazie alla disponibilità, a titolo gratuito dei brevetti dell’Inventore, l’Esercito ha acquisito anche la capacità di costruire
presso le proprie officine varie tipologie di dispositivi radio, come radiogoniometri e di modificare, secondo i propri biso-
gni, apparecchiature prodotte dall’industria. Nella figura è riprodotto un radiogoniometro della Marina Militare Britannica
costruito dalla Marconi Wireless nel 1914.
25 D. Khan, op. cit. p.315. Ovviamente anche l’analisi crittologica fornisce informazioni utili per migliorare i risultati
dell’analisi del traffico come ad esempio l’indicazione dei canali e dei circuiti da intercettare e localizzare perché più inte-
ressanti per l’Intelligence.
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