Page 172 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




































                          6.11 Guglielmo Marconi in visita alla stazione radiotelegrafica di Treviso nel 1916
                          (Archivio fotografico ISCAG)
               lunghezza d’onda di lavoro. Un metodo siffatto, impiegato da alcune stazioni radio italiane nel pe-
               riodo precedente al conflitto, consisteva nel cambiare la lunghezza d’onda mediante segnali presta-
               biliti tra i corrispondenti, senza alcuna regola fissa.  Nello stesso periodo, alcune stazioni fisse della
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               Marina austroungarica usavano il rudimentale sistema rappresentato in figura 6.12, con lunghezze
               d’onda di trasmissione comprese tra 300 e 3000 metri.   Il cambio dell’orologio doveva però avve-
                                                               30
               nire molto spesso per evitare che gli intercettatori riuscissero a identificare le sequenze utilizzate.
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               Tuttavia come si vedrà meglio in seguito, le tecnologie dell’epoca consentivano di allocare, nella
               limitata banda di frequenze disponibile per le comunicazioni campali,  solo pochi canali radio
               e d’altra parte i trasmettitori erano sintonizzabili su pochissimi canali o addirittura non consen-
               tivano il cambio di lunghezza d’onda. Per di più, si comprende facilmente come i cambiamenti
               di frequenza non fossero facilmente praticabili, specie al fronte terrestre, quando in uno stesso
               canale radio si affollavano numerose trasmissioni amiche e nemiche, rendendo indispensabile
               l’adozione di una notevole rigidità nelle regole d’impiego dello spettro radio.
               Al contrario, dimostrava una certa efficacia la riduzione della durata delle comunicazioni, soprat-
               tutto quando il nemico si trovava impreparato all’intercettazione, non conoscendo per esempio
               preventivamente la frequenza impiegata. Proprio per contrastare stratagemmi di questo tipo, gli
               intercettatori introdussero l’uso di più stazioni, ciascuna sintonizzata su una dalle frequenze più
               comunemente usate dalle stazioni nemiche.
               Dalle criticità sopra delineate consegue che i radio telegrafisti e i loro comandi dovevano attener-


               29   Battaglione Specialisti del Genio, Ufficio Radio, Intralcio dell’intercettazione dei radiotelegrammi, 6 aprile 1913. Si era-
               no anche sperimentati cambi di frequenza una o più volte durante la trasmissione del messaggio, tecnica oggi denominata
               frequency hopping,
               30   Ufficio del Capo di Stato Maggiore della Marina, Ufficio Informazioni, Promemoria 27: AUSTRIA, Sistema di segnala-
               zioni Radiotelegrafiche, 1 Marzo 1913, AUSSME, Fondo F4 Ufficio Servizi. busta 7.
               31   Sono stati anche adottati dispositivi capaci di aumentare considerevolmente la velocità di trasmissione nella radio te-
               legrafia, ma lo stratagemma adoperato per esempio dalla stazione tedesca di Nauen è stato presto scoperto dagli alleati
               dell’Intesa che hanno registrato su disco le trasmissioni per poi leggerle a velocità ridotta. Le condizioni operative al fronte
               terrestre non hanno impedito del tutto, ma notevolmente limitato l’applicazione di questi dispositivi.

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