Page 169 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
P. 169

CAPITOLO SESTO




                                              dei dispacci effettuata, quando possibile, contemporaneamente o
                                              in tempi successivi.
                                              Tra i numerosi parametri rilevati ed elaborati mediante l’analisi
                                              del traffico, sono inclusi:
                                              • i nominativi delle stazioni radio;
                                              • la posizione dei trasmettitori individuata soprattutto con radio-
                                               goniometri ;
                                                          21
                                              • la potenza e la lunghezza d’onda dei segnali intercettati;
                                              • la frequenza e la periodicità delle comunicazioni;
                                              • la natura e la lunghezza dei dispacci;
                                              • i tempi di trasmissione.
                                              Per  comprendere  l’utilità  dell’analisi  del  traffico,  basti  pensare
                                              che il semplice conteggio dei radiogrammi emessi giornalmente
                                              dal nemico rappresenta un indice significativo della sua attività
                                              che di solito aumenta notevolmente nei periodi precedenti l’ini-
                                              zio di grandi operazioni. Tra l’altro, il rilievo della frequenza e
                                              dell’indirizzamento dei dispacci aiuta a ricostruire la struttura del-
                                              le reti di comunicazioni e quindi le gerarchie tra i comandi nemici.
                                              Dati in apparenza poco significativi, come il riconoscimento della
                                              “mano” dell’operatore che manipola il tasto telegrafico, possono
                                              contribuire a individuare un’unità terrestre o navale e a seguirne
                                              i movimenti.
                                              Tra i parametri sopraelencati, l’impiego della radiogoniometria è
                                              particolarmente utile al fine d’individuare lo schieramento delle
                                              forze nemiche, anche perché le posizioni delle trasmittenti sono
                                              di solito vicine ai propri comandi.  Naturalmente, questa tecnica
                                                                             22
                                              fornisce all’Intelligence un contributo variabile asseconda dei te-
                                              atri di combattimento: maggiore nelle operazioni navali rispetto a
                                              quelle terrestri, nella guerra di movimento piuttosto che in quella
                                              di posizione. In particolare, nelle zone montagnose, la precisio-
                                              ne delle localizzazioni radiogoniometriche è inferiore rispetto a
                                              quella ottenibile in pianura ma, ciò nonostante, l’abilità degli spe-
                  6.9  Radiogoniometro  sperimen-  cialisti italiani ha consentito di ottenere risultati di grande rilievo
                  tato  dall’Esercito  italiano  nel   sin dai primi mesi del conflitto, anche nelle zone di guerra con
                  1907 (Museo del Genio, Roma)  aspetti orografici complessi.
                                              Si ricorda, del resto, che l’invenzione del radiogoniometro nel pri-
                  mo decennio del XX Secolo, si deve all’opera di scienziati e tecnici italiani. Il Professor Alessandro
                  Artom del Politecnico di Torino, nel corso di studi sulle antenne direttive iniziati sin dal 1903,
                  aveva  realizzato  un  dispositivo  sperimentale  chiamato  “radio  direzionetro”  e  sperimentato
                  dall’Esercito italiano. Nel Museo del Genio di Roma è conservato un esemplare di radiogonio-
                  metro risalente al 1907 e mostrato nella figura 6.9, unitamente al suo rudimentale dispositivo
                  indicatore di direzione riportato nella parte bassa della figura.
                  Come si evince dagli scritti di Luigi Sacco riportati nelle pagine seguenti, tra i primi radiogonio-
                  metri impiegati, subito dopo l’inizio del conflitto, per i rilevamenti delle stazioni austriache al

                  21   l radiogoniometri rilevano la direzione di provenienza di un’onda elettromagnetica. I radiogoniometri, collegati, in grup-
                  pi di due o più, consentono di individuare la posizione di una stazione trasmittente.
                  22   Per esempio, la distanza dalle prime linee può indicare il livello del Comando, nel senso che una stazione collocata nelle
                  retrovie coincide probabilmente con la sede di un Comando elevato. All’inizio della Grande Guerra solo gli  Alti Comandi
                  e le Divisioni di Cavalleria erano dotati di stazioni radio.


                                                                                                     169
   164   165   166   167   168   169   170   171   172   173   174