Page 408 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
1917, la gran parte delle stazioni intercettatrici italiane adoperano amplificatori a valvole. 31
Diviene così possibile estendere, tra la fine del1916 e l’inizio dell’anno seguente, l’impiego de-
gli ascolti telefonici anche alla zona del fronte presidiata dalla 1 Armata, fino ad allora rimasta
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priva del Servizio IT, a causa delle difficoltà oggettivamente presenti in territorio montagnoso ai
fini della realizzazione delle reti di intercettazione. Alcuni ufficiali specialisti dalla 3 Armata
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sono distaccati temporaneamente presso la Prima ove danno inizio alle ricerche per individuare
le località più adatte alle intercettazioni. Servono «scalate di notte fin su, sotto le prime linee
nemiche; sono uscite prudenti per mettere a terra vicino ai reticolati nemici le piastre metalliche
di presa». Seguono «attese inutili di ore, dopo i rischi precedenti, per constatare se si sente qual-
cosa; sono nuove uscite, nuovi tentativi, nuove delusioni. Ma la pazienza e la tenacia superano
ogni difficoltà: una notte finalmente si sente. Prima un ronzio confuso perché le orecchie non
sono abituate, poi rumori più distinti, voci, numeri». Questi brani sono tratti dal vivido raccon-
to dell’impresa offertoci dal Maggiore Finzi, al secolo Cesare Pettorelli Lalatta, del Servizio
Informazioni d’Armata. 33
Dopo aver ripetuto, con esito positivo, le sperimentazioni in alcune località della Valsugana,
anche la 1 Armata ordina gli apparati per le stazioni intercettatrici, costituisce una scuola inter-
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preti e inizia il Servizio I.T., «mettendo giù prima una, poi due, poi cinque, poi dieci stazioni
intercettatrici».
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Proprio in occasione di queste prove, il Finzi avrebbe concepito l’idea di istallare dei microfoni
d’ascolto nelle camere d’interrogatorio e nelle camerate del forte S. Felice ove erano alloggiati i
prigionieri austriaci. Si era infatti constatato come, i prigionieri lascati soli senza sorveglianza al-
cuna e credendo di non essere ascoltati, fossero portati a discutere liberamente tra loro, rivelando
informazioni più numerose e interessanti rispetto a quelle fornite durante i normali interrogatori.
Le reti it
Ogni Armata costituisce progressivamente una propria rete di stazioni d’ascolto, tenendo na-
turalmente conto della fattibilità del Servizio nelle diverse zone del fronte, legata a numerosi
fattori quali la vicinanza delle opposte trincee e la natura del terreno. L’impiego delle contromi-
sure adottate dall’avversario per impedire l’intercettazione impone di “piantare le terre” il più
vicino possibile alle trincee nemiche, cosa per nulla agevole specie poi se queste sono disposte
sulla sponda opposta di un corso d’acqua o in posizioni montuose distanti. Non mancano tuttavia
casi in cui l’abnegazione dei telegrafisti italiani ha reso possibile la costruzione di reti d’ascolto
anche in condizioni estreme.
Grazie a molte eroiche azioni rimaste quasi sempre oscure, il numero di stazioni I.T. aumenta
considerevolmente nel corso del 1916 e del 1917. Per esempio, nel settembre del 1917 la rete
della 2 Armata ne comprende 34. Alla vigilia della dodicesimabattaglia dell’Isonzo, la 3 Armata
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che copriva una zona del fronte più limitata, contava circa 15 stazioni, così che, a quella
31 ibidem, p. 21.
32 Sperimentazioni erano state iniziate nel marzo del 1916, come risulta dalla corrispondenza tra il comando del Genio
d’Armata e quello del Comando Supremo.
33 C. Pettorelli Lalattta, I.T.O. (Informazioni Truppe Operanti) Note di un Capo del Servizio d’Informazioni d’Armata,
Agnelli, Milano 1934, p 135 -137. l’Autore colloca temporalmente questi fatti nel marzo del 1917, ma da altre notizie
d’archivio risulta che tale data potrebbe essere anticipata di qualche mese.
34 ibidem.
35 La rete della 2 Armata conta alla fine del 1916, 23 stazioni che il 15 agosto dell’anno successivo, alla vigilia della Battaglia
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della Bainsizza, divengono 29, incrementate ancora fino a 34, a seguito dell’estensione del servizio ai confini del territorio
conquistato
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