Page 414 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
Nell’agosto del 1917, l’Ufficio Informazioni della 1 e 6 Armata italiana rende noto che «a
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quota 1010 di Pala Bianca (zona Covaron) vi è una stazione intercettatrice munita di apparec-
chio sensibilissimo, in grado di intercettare comunicazione telefoniche italiane per un raggio di
8 km». Le comunicazioni ascoltate dagli Austriaci riguardano l’osservatorio di Monte Levne
posizionato a meno di 4,5 km dalla stazione austriaca, distanza notevolmente al di sopra della
“portata” di due o tre chilometri, considerata all’epoca la massima raggiungibile con gli impianti
esistenti. Nello stesso documento si fa riferimento a quanto accade contemporaneamente al fron-
te occidentale, ove i Tedeschi ottengono risultati analoghi mediante un’apparecchiatura a quattro
valvole contenuto in un’unica cassetta. 49
Si tratta di un amplificatore progettato dall’Ispettore delle Pose e Telegrafi tedeschi, Otto Arendt,
denominato AV (Arendt Verstärken o procedimento Arendt) prodotto dalla Siemens & Haske,
introdotto nell’Esercito germanico e successivamente in quello austriaco, anche se quest’ultimo
preferisce sempre impiegare apparati di costruzione nazionale.
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Infatti, il 14 settembre 1918 gli Italiani catturano in Val Brenta la stazione Spetelf n° X - le
stazioni intercettatrici austriache erano indicate con numeri romani - dotata di due amplificatori
KF-2 e gli operatori di questa stazione dichiarano che solo la stazione N° IX è dotata dell’appa-
rato AV, perché in generale, i loro comandi privilegiano apparati di produzione austriaca rispetto
a quelli tedeschi. 51
L’osmosi deLLe conoscenze
Come si è visto, l’attività di intercettazione austriaca non sfugge, sin dal 1915, ai Comandi Italiani
che di frequente emanano severi ordini per contrastarla, mediante l’impiego di mezzi tecnici e di
linguaggi incomprensibili al nemico.
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Nei mesi seguenti, notizie più precise sullo Spetelf giungono agli Italiani da varie fonti. Per esem-
pio, Ronge racconta che il comandante del posto intercettazione di Ravnilaz, diserta nell’ottobre
del 1916 e rivela al nemico «tutti i nostri metodi ed apparecchi». Le informazioni raccolte in
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questa circostanza consentono probabilmente agli specialisti dell’Esercito italiano di acquisire
una conoscenza più approfondita dei metodi di intercettazione adottati dagli avversari e quindi
di rafforzare le misure descritte in precedenza contro i loro ascolti.
Come già accennato, alcune utili informazioni sarebbero anche derivate dall’esame di una val-
vola probabilmente portata con se dal disertore sopracitato.
D’altra parte, gli studi e le sperimentazioni riguardanti amplificatori idonei a facilitare la rice-
zione delle telefonate avversarie erano in atto, in Italia, molto tempo prima dell’ottobre 1916.
A questo proposito, si sono già menzionati, sia il contributo fornito da Guglielmo Marconi nel
giugno di quell’anno sia le prestazioni della valvola Gorizia progettata da Quirino Majorana,
nettamente migliori di quella catturata nel modo sopra descritto e di altre valvole disponibili
all’epoca anche presso gli Alleati dell’Italia. Non convince perciò la tesi di Ronge secondo il
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quale la realizzazione degli amplificatori a valvola italiani e il loro impiego sarebbe da ascriversi
alla diserzione di un capo stazione austroungarico
Ciò non toglie che in questo, come in altri settori tecnologici, si sia verificata durante la Grande
Guerra, una frequente osmosi di conoscenze tra gli opposti schieramenti determinata non solo
49 Ufficio Informazioni della 1 e 6 Armata,Stazioni intercettatrici di grande potenza, Prot.45245 del 12 agosto 1917,
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AUSSME, fondo F2, busta 167.
50 In J. Prikowitsch. op. cit. questo amplificatore è denominato S & H 4fach Verstärker.
51 Ufficio 6 Armata, Ufficio Informazioni, Riassunto.., op. cit.
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52 Nella Circolare Prot.1621 dell’Ispettore Capo del STM, emessa il 22 febbraio 1916, si prescrive tassativamente di impie-
gare linguaggi convenzionali nelle comunicazioni telefoniche.
53 M. Ronge, Spionaggio, op. cit., p. 227.
54 G. Guasco, Le intercettazioni telefoniche, op.cit., p. 245.
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