Page 416 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               La contro intercettazione
               Raggiunta negli opposti schieramenti la piena consapevolezza delle frequenti imprudenze com-
               piute delle proprie truppe nel comunicare per telefono, si affida al Servizio I.T. anche la funzione
               di controllare le comunicazioni. Quest’attività assume progressivamente i contorni di una vera e
               propria censura tendente a verificare, per esempio, che non si utilizzi il mezzo per conversazioni di
               scarsa utilità e che, per tutte le altre, si adottino sistematicamente linguaggi convenzionali o cifrati.
               La funzione “difensiva” assegnata al Servizio I.T. può esplicarsi perché la facile intercettabilità
               delle comunicazioni tra i propri reparti denuncia la concreta possibilità dell’ascolto nemico.
               Così che ogni qual volta si verifica una situazione del genere, occorre far scattare idonei prov-
               vedimenti, procedendo innanzitutto ad un esame accurato delle linee incriminate, allo scopo di
               eliminarne i difetti o di sopprimerle, nei casi in cui ciò non sia possibile.
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               Oltre a intercettare le comunicazioni avversarie, orecchi esperti riescono a ricavare da ascolti
               attenti e continui dei disturbi sulle linee telefoniche, altre utili informazioni sulle attività del
               nemico. 59
               Ben presto poi, alle Stazioni IT si affida anche il compito di attuare misure di “contro intercetta-
               zione attiva”, da attuare al momento stesso in cui si rilevi la possibilità di un ascolto nemico. Lo
               strumento inizialmente adoperato allo scopo è un semplice apparato telefonico con chiamata in
               banda fonica inserito nella stessa linea d’intercettazione in cui si è effettuato l’ascolto, immet-
               tendovi la corrente di chiamata.
               Per rendere più efficace l’interferenza così provocata, si progettano dispositivi “disturbatori”
               costituiti da generatori di frequenze foniche che producono correnti di intensità molto più ele-
               vata rispetto a quella ottenibile con un semplice apparato telefonico, provocando disturbi a vol-
               te addirittura insopportabili per un ascoltatore. Un apparecchio di questo tipo, brevettato dal
               Gabinetto I.T. della 2 Armata, contiene un “vibratore” che, genera un segnale di potenza elevata,
                                  a
               a frequenza fonica variabile mediante il cambiamento del periodo di vibrazione. In questo modo,
               si evitano i tentativi avversari di annullare o ridurre l’efficacia del disturbo, mediante operazioni
               di filtraggio.  I disturbi possono provocarsi con altri metodi, per esempio inviando in linea forti
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               correnti generate da alternatori che causano di solito forti e fastidiosi ronzii.
               Anche gli Austroungarici si muniscono di apparati disturbatori, denominati “Storeapparate”, fre-
               quentemente usati, soprattutto dal momento in cui essi si rendono conto della pericolosità delle
               intercettazioni italiane. 61
               L’impiego di vari tipi di disturbatori non è sufficiente a evitare le intercettazioni. Perciò, nell’ul-
               timo periodo del conflitto, si inaspriscono in ambedue gli schieramenti le contromisure passive
               tra cui la netta separazione delle reti telefoniche di prima linea rispetto a quelle retrostanti con
               cui diviene possibile comunicare solo attraverso centralini.
               Tra le numerose prescrizioni emanate dai Comandi italiani per evitare le intercettazioni è com-
               presa anche quella dell’estate del 1918, riguardante il limite tra queste due aree, fissato a circa
               3 km dalle trincee.  Un altro provvedimento adottato contestualmente al precedente consiste
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               58   Il motivo di limitare le comunicazioni telefoniche dipende anche dal fatto che queste costituiscono uno dei principali
               ostacoli all’intercettazione delle comunicazioni nemiche impedendone l’ascolto.
               59    Ad esempio, ronzii molto intensi sono di solito collegati all’immissione della corrente nei reticolati, mentre ronzii più de-
               boli e intermittenti sono legati spesso a lavori eseguiti nelle trincee. Invece, l’assenza per un periodo prolungato di segnali
               telefonici e telegrafici può dipendere dall’interruzione delle linee avversarie provocata dai tiri d’artiglieria e sta perciò ad
               indicare l’efficacia dei bombardamenti (G. Guasco, Le intercettazioni telefoniche, op. cit., p.245 – 246).
               60   A. Carletti, op. cit., p. 21. Un dispositivo analogo era stato ideato da Paul Boucherot per l’Esercito francese anche al fine
               di applicarlo alla telegrafia attraverso il suolo (TPS).
               61   C. Pettorelli Lalattta, op. cit., p.272.
               62   Comando Supremo, Circolare 12829 del 20 agosto 1918; Ispettore Capo STM, Circolare 37880 del 23 agosto 1918,
               ISCAG, Racc.232. Per evitare che si costituiscano circuiti lunghi e tortuosi, talvolta non adeguatamente isolati, quindi più
               facilmente intercettabili, occorre costituire al confine tra le zone interna ed esterna,  piccole centrali telefoniche manuali

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