Page 423 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CaPItoLo sEDICEsIMo
Il contributo del servizio I.T. all’Intelligence
16.1 PRIMI RISULTATI E FAKE NEWS
tentativi di inganni teLefonici
Dei primi ascolti compiuti dalle Armate italiane si hanno notizie precise anche perché, data la
novità del tema, vengono subito trasmessi all’Ufficio I: la 2 Armata invia un elenco di intercet-
a
tazioni effettuate dalla 33 Divisione sul Monte Rosso, alla quota di 2163 m, nei giorni dal 3 al 5
a
ottobre 1915, comprendente i nomi di alcuni ufficiali nemici, notizie sulla mancanza di pane in
alcuni reparti, richieste di assistenza medica comprendente anche l’invio di qualche chirurgo, ecc.
Nella stessa lettera si avanza il sospetto che gli Austro-Ungarici proteggano le proprie comuni-
cazioni usando «numeri e nomi convenzionali o appositi cifrari», come confermato dagli inter-
rogatori di alcuni prigionieri.
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A seguito di quest’ultima informazione, l’Ufficio tecnico dello Stato Maggiore propone che la
stazione telefonica di Monte Rosso rimanga funzionante, ma con corrispondenze inesatte e col
solo scopo di intercettare i messaggi telefonici del nemico. Questo principio si estende rapida-
mente a tutte le Armate, nonostante siano ancora in corso gli esperimenti descritti nel precedente
capitolo destinati a porre le basi per dare inizio ad ascolti sistematici e a un vero e proprio Ser-
vizio di Intercettazioni Telefoniche.
Il 15 ottobre del 1915, una circolare del Comando Supremo a firma del generale Porro invita a
modificare tutti i circuiti della zona in cui si sono verificate interferenze, trasformandoli da misti
a metallici, ma di lascare immutato(i) solo quello(i) direttamente interessato(i), non solo per con-
tinuare ad ascoltare le comunicazioni nemiche, ma anche per trasmettere quelle che attualmente
chiameremmo “fake news”. Dando per scontato che, per la reciprocità, anche gli Austroungarici
intercettino le telefonate italiane, la circolare recita testualmente:
si prega di disporre affinché in quelle località ove si verifica o si verificasse un tale fenome-
no (ascolto di conversazioni telefoniche austriache, N.d.A.), la corrispondenza delle linee
della zona non si compia attraverso impianti a circuito misto […] ma bensì su linee a circu-
ito completamente metallico [….]ed inoltre che le stazioni telefoniche le quali hanno inter-
cettato fonogrammi di fonte nemica continuino a sussistere ed a funzionare con l’esclusivo
compito di centri d’informazione svolgendo un’attiva corrispondenza come nelle ordinarie
contingenze, ma, trasmettendo e ricevendo dall’altra stazione amica notizie militari che seb-
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bene apocrife assumano però l’aspetto di essere vere.
Perciò, soltanto pochi mesi dopo l’inizio dei combattimenti sul fronte italiano, la lotta ingaggiata
intorno alle intercettazioni telefoniche comprende già i principali elementi che la caratterizze-
ranno lungo tutta la durata del conflitto.
Nei mesi successivi, la diffusione di notizie opportunamente elaborate in modo da apparire vero-
simili trova larga applicazione sul fronte dell’Isonzo, come è testimoniato dalla corrispondenza
intercorsa sul tema tra i Comandi italiani. Si citano, a titolo d’esempio, le comunicazioni inviate
a
1 Comando della 2 Armata, Comunicazione all’Ufficio Informazioni del Comando Supremo, Fonogrammi di fonte austria-
ca intercettati, Prot. 725 del 9 ottobre 1915.
2 Comando Supremo, Ufficio del Capo di Stato Maggiore, Circolare, Prot.4985, 15 ottobre 1915.
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