Page 196 - 8 Settembre 1943-25 aprile 1945 - La Resistenza dei Militari in Italia: un lungo percorso sino alla vittoria finale
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“8 settembre 1943-25 aprile 1945 - La Resistenza dei Militari Italiani: un lungo percorso sino alla vittoria finale”



           tiva però non aveva solo questi compiti ma doveva pensare anche a provvedere tessere, ovviamente false,
           per Carabinieri falsamente ‘repubblicani’, licenze di convalescenza, timbri di metallo e di gomma, tessere
           d’identità: il tutto naturalmente abilmente contraffatto o ottenuto con corruzione da funzionari e impiegati
           addetti al rilascio di questi documenti.
           Dal mese di febbraio al mese di giugno, furono anche molto interessanti le notizie di carattere politico e
           quelle riguardanti il controspionaggio che afferivano poi anche al SIM controspionaggio anche se questo
           non risulta nel rapporto del capitano Geniola, ma dai documenti di quella Unità informativa (v. infra).
           Una delle operazioni più interessanti eseguita da questa rete fu il recupero di tutto il carteggio riservato
           personale del Gruppo Interno di Roma inerente agli anni dal 1940 a quel periodo, in modo che questi
           documenti non fossero trasferiti al Nord e i ‘repubblicani’ non se ne potessero avvalere contro i singoli
           appartenenti all’Istituzione, rimasti nei territori occupati dal nemico, dove molti dei quali, comunque,
           collaboravano con il Fronte, pur essendo in servizio, il più delle volte autorizzati proprio da Caruso o
           dal SIM di Brindisi.
           Un serio problema da risolvere era anche quello dell’approvvigionamento dei viveri per sostenere il perso-
           nale alla macchia in questa situazione di resistenza.
           Personale del Gruppo era riuscito ad avvicinare vari fornai della capitale perché bisognava ottenere il vetto-
           vagliamento per i resistenti. In particolare un fornaio del quartiere Prati, nel centro della città, assistette 500
                                                                      carabinieri dando loro 200 grammi giorna-
                                                                      lieri di pane ininterrottamente, dall’ottobre
                                                                      1943 all’entrata delle truppe alleate a Roma
                                                                      nel giugno 1944, sfidando quella che era la
                                                                      vigilanza annonaria del momento e soprat-
                                                                      tutto le possibili delazioni, spesso un grave
                                                                      pericolo:  la  farina  era  controllata  e  anche
                                                                      le razioni di pane che i cittadini riceveva-
                                                                      no con una tessera nominativa e quindi era
                                                                      difficile per il commerciante riuscire a sod-
                                                                      disfare tutte le esigenze, perché non tutti i
                                                                      ‘clandestini’ erano riusciti ad avere quel do-
                                                                      cumento annonario, falso.
                                                                      Ricorda Geniola che, dove non si arrivava
                                                                      con la convinzione, si arrivava con la cor-
                                                                      ruzione perché in realtà, non solo a Roma,
                                                                      ma in tutto il territorio occupato la popola-
                                                                      zione, nella maggioranza dei casi, era con-
                                                                      tro l’occupante tedesco e il fascismo ormai
                                                                      riconosciuto  succube  dell’occupante,  ma,
                                                                      umanamente, la corruzione dilagava ovun-
                                                                      que. Lo sforzo economico e finanziario so-
                                                                      stenuto dal Gruppo fu notevole.
                                                                      La mattina del 3 giugno si comprese che po-
                                                                      teva giungere a breve il momento di entrare
                                                                      in azione per presidiare gli obiettivi prescel-
                                                                      ti. E questo fu fatto quando ancora i tede-
                                                                      schi occupavano parzialmente la città con
                                                                      le  ultime  retroguardie:  avevano  compreso
                                                                      che ormai dovevano lasciare la capitale ita-
                                                                      liana e non solo quella. Una gran parte di
                                                                      essi lasciò Roma, passando dal Gianicolo,
           Lettera di Bencivenga a Caruso con i complimenti per il lavoro svolto sul Fronte   per prendere la Via Aurelia e andare a nord.
           della Resistenza. ACCDBSD - Roma                           Le  persone  videro  molti  giovani  tedeschi

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