Page 143 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Popolazione e nazionalità
la decisione di avviare gli ebrei in quella zona, si provvedesse ad internarli, a scopo
protettivo, in campi di internamento da istituire appositamente sulla costa croata o
sulle isole italiane (Curzola ad esempio), facendosi l’Italia garante del loro mante-
nimento. Il Comando della 2ª Armata sembrava orientarsi, in merito a quest’ultimo
aspetto, istituendo nelle località di loro sistemazione spacci ad uso esclusivo degli
ebrei, dove potessero prelevare in base ad apposite tessere di assegnazione. 128
Il Ministero degli Esteri italiano, infine, aggirerà la questione della consegna de-
gli ebrei. In base alle istruzioni impartite dal Comando Supremo, Supersloda avvia
una sorta di censimento per l’accertamento della “pertinenza” della popolazione
ebraica presente sul territorio occupato, quanti siano elementi pertinenti croati e
quanti invece siano pertinenti ai territori annessi all’Italia o abbiano comunque
titolo alla cittadinanza italiana. A tal scopo a fine ottobre Supersloda stabilisce l’in-
ternamento immediato in appositi campi di tutti gli ebrei, circa tremila, presenti sul
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territorio occupato dalla 2ª Armata, in prevalenza in quello costiero. Era impor-
tante – comunicava il comando italiano a Roma – che la riunione dei rifugiati ad
opera delle autorità militari italiane non fosse la premessa per il passaggio degli
ebrei, a cura della stessa autorità, a croati e tedeschi. Nel caso tale consegna fosse
stata infine necessaria, era opportuno che l’esercito italiano ne rimanesse estraneo:
“che fossero i croati ad andare a prendere gli ebrei”. Le autorità militari italiane e
in primis Roatta ribadivano infatti la consapevolezza delle gravi ripercussioni che
la consegna degli ebrei alle autorità croate avrebbe avuto per il “prestigio italiano”
tra la popolazione civile e le milizie ortodosse che combattevano con il Regio Eser-
cito. 130
Il comando italiano riteneva dunque accettabile l’internamento nei campi so-
lamente a scopo “protettivo”, nel caso gli ebrei non fossero riconsegnati e venisse
predisposto l’accertamento della “pertinenza”. Il principio della “pertinenza”,
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128 Ibidem, Comando Superiore FF.AA. Slovenia-Dalmazia-Ufficio Affari Civili, oggetto:
Ebrei della Dalmazia, P.M.10, 8 settembre 1942-XX; id., Comando VI Corpo d’Armata,
Ufficio Affari Civili, a Comando Superiore FF.AA. Slovenia-Dalmazia (2ª Armata)-Ufficio
Affari Civili, n. 3689/AC, oggetto: Ebrei della Dalmazia, P.M.39, f.to il Generale del Corpo
d’Armata Renzo Dalmazzo, 19 settembre 1942-XX; id., a Commissariato Generale Ammi-
nistrativo dello Stato Indipendente di Croazia – presso “Supersloda” Sede e p.c. a Comando
VI Corpo d’Armata, 10330/AC, Situazione degli ebrei, f.to il Comandante Superiore Gene-
rale Mario Roatta, P.M.10, 24 settembre 1942-XIX.
129 ASDMAE, b. 1507 (AP 42), Comando Supremo, a Ministero deglli Affari Esteri Gab.A.P.,
telespresso n. 3301, oggetto: Ebrei in Croazia (2ª Armata), 10 ottobre 1942-XX; id., Appun-
to, Roma, 23 ottobre 1942-XX.
130 Ibidem, Ufficio Collegamento con Supersloda, Gab. (U.C.), oggetto: rifugiati ebrei, tele-
gramma 32839P.R., f.to Castellani, 15 ottobre 1942-XX.
131 AUSSME, M-3, b. 69, Promemoria, s.d.; id., telescritto cifrato, Comando Supremo at Co-
mando Supersloda (2ª Armata), n. 982/AG, f.to Ugo Cavallero, 28 ottobre 1942.
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