Page 139 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Popolazione e nazionalità
spingere i numerosi gruppi di ebrei che dalla Bosnia giungevano nei territori annes-
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si e in particolare a Spalato per sfuggire alle persecuzioni. L’annuncio di un ritor-
no nello Stato Indipendente Croato che avrebbe significato morte certa, aveva dato
luogo a violente scene di disperazione, come del resto avveniva tra la popolazione
respinta al confine. Bastianini richiedeva un intervento del Ministero degli Esteri
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presso il governo di Zagabria e un ordine delle autorità militari italiane della zona
di occupazione per far cessare l’esodo. Il governatore della Dalmazia proponeva
inoltre che il governo croato indicasse una località non lontana da Spalato dove
gli ebrei in questione potessero essere inviati “con garanzia della loro incolumità
e un trattamento della minima considerazione umana”. Il Ministero degli Esteri,
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invece, controbatteva proponendo di organizzare per gli ebrei rifugiati un campo
di internamento in una località del territorio croato sottoposta al controllo militare
italiano, analogamente a quanto fatto con i profughi ebrei inviati a Cirquenizza. 114
Anche il Comando del V Corpo d’Armata comunicava che la zona costiera com-
presa nella propria giurisdizione era satura di rifugiati, “che avevano creduto di
mettersi sotto la protezione delle forze armate italiane”. Un’ulteriore affluenza di
profughi, oltre ad aggravare la difficile situazione alimentare, avrebbe complicato
la tutela dell’ordine pubblico. Il Comando aveva disposto che non ne fosse ulterior-
mente consentito l’accesso in zona, anche a causa delle recriminazioni del com-
missario amministrativo croato che lamentava l’apporto negativo, nell’economia
della fascia litoranea, di emigrati che “consumavano senza produrre”. Vrančić
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aveva quindi proposto a Supersloda di internare gli ebrei concentrati nella zona li-
toranea sulle isole sotto comune sorveglianza italiana e croata: la proposta era stata
ben accetta alle autorità militari italiane a Dubrovnik, prevedendo di fare affluire i
profughi ebrei sull’isola di Mezzo (lopud), e a Roatta, che consapevole che la con-
segna ai croati degli ebrei rifugiati avrebbe significato un sicuro loro internamento
a Jasenovac “con note conseguenze”, si era espresso in favore della proposta di
dante FF.AA. Slovenia-Dalmazia (2ª Armata), Zara 7 luglio 1942-XX.
111 ASDMAE, b. 1507 (AP 42), Ministero dell’Interno, Gabinetto, telegramma 14269, Bastia-
nini, Zara, 15 maggio 1942-XX.
112 Ibidem, telegramma in partenza 19609, a R. Legazione a Zagabria, 3 giugno 1942-XX; id.,
Gab.A.P., a R. Legazione a Zagabria, telegramma 19366, 1 giugno 1942-XX
113 Ibidem, Gab.A.P., a R. Legazione a Zagabria, telegramma in partenza 19392, Roma, 1 giu-
gno 1942-XX
114 Ibidem, Gab.A.P., a Governo Dalmazia-Zara, telegramma n. 19612 P.R., f.to Pietromarchi,
3 giugno 1942-XX.
115 AUSSME, M-3, b. 69, Comando V Corpo d’Armata, Ufficio Affari Civili, a Comando Su-
periore FF.AA. Slovenia-Dalmazia-Ufficio Affari Civili, prot. n. 5138/AC, oggetto: Ebrei
nella zona costiera, f.to il Generale Comandante il Corpo d’Armata Renato Coturri, P.M.41,
30 giugno 1942-XX.
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