Page 141 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Popolazione e nazionalità
al comando della Divisione Murge di un accordo tra i governi tedesco e croato per
il trasferimento in territorio russo occupato dai tedeschi di tutti gli ebrei croati,
inclusi quelli dell’Erzegovina, tanto che le autorità militari italiane avevano mani-
festato il parere che fosse preferibile tale accordo non avesse esecuzione nelle zone
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d’occupazione italiana. Il 18 agosto, dunque, un telegramma a firma Ribbentrop
giunge all’ambasciata tedesca a Roma con la richiesta “di provocare istruzioni alle
competenti Autorità Militari italiane in Croazia affinché anche nelle zone di nostra
occupazione possano essere attuati i provvedimenti divisati da parte germanica e
croata per un trasferimento in massa degli ebrei di Croazia nei territori orientali”.
L’ambasciata tedesca lascia comprendere come tali provvedimenti tenderebbero
alla dispersione e all’eliminazione degli ebrei dello Stato Indipendente Croato. An-
che la Legazione italiana a Zagabria, del resto, aveva segnalato il desiderio tedesco,
che trovava consenziente il governo ustaša, di entrare in una “fase risolutiva” della
questione della liquidazione degli ebrei dello Stato Indipendente Croato. 121
Il 21 agosto Mussolini accorda il nulla osta all’accoglimento della richiesta te-
desca, che il Comando della 2ª Armata considera tuttavia un’intromissione alleata
nella zona d’occupazione italiana. Una delle basi della politica di “pacificazione”
faticosamente perseguita nel settore di responsabilità italiano è infatti costituita
dalla sospensione di ogni misura drastica contro qualsivoglia comunità etnica e
confessionale. Tale criterio, almeno formalmente condiviso dal governo croato, è
riaffermato anche nel corso degli accordi di Zagabria del 19 giugno 1942 per l’am-
ministrazione civile dei territori croati occupati dagli italiani. Per tale ragione il
Ministero degli Esteri, senza successo, aveva suggerito a Mussolini di rispondere
all’ambasciata di Germania che sarebbe stata cercata un’intesa diretta italo-croata
per chiarire la posizione degli ebrei nella zona d’occupazione italiana, impartendo
istruzioni alle autorità militari affinché i cinque-seimila ebrei lì dimoranti fossero
più strettamente controllati. 122
Agli inizi di settembre Roma torna a ricevere la richiesta da parte tedesca di
consegnare gli ebrei rifugiatisi nella zona d’occupazione italiana alle autorità croate
che lavorano in stretta collaborazione con la polizia tedesca. Roatta, ancora alla fine
di agosto, alle richieste croate di consegnare gli ebrei ricevute durante un incontro
italo-croato a Dubrovnik, aveva risposto che – salvo ordini contrari delle proprie
autorità centrali – non avrebbe consegnato persone che si trovavano sotto la prote-
120 Ibidem, Ufficio collegamento con la 2ª Armata-Sussak, a Gab.A.P., telegramma 19074P.R.,
Questione ebraica nelle zone occupate, f.to Castellani, Sussak 23 giugno 1942-XX.
121 Ibidem, Ministero degli Affari Esteri, Gabinetto, Appunto per il Duce, Roma, 21 agosto
1942-XX.
122 Ibidem, Ministero degli Affari Esteri, Gabinetto, Appunto, Roma, 18 agosto XX; id., Mini-
stero degli Affari Esteri, Gab. A.P. Croazia, telespresso 14739, Comando Supremo P.M.21,
oggetto: Ebrei in Croazia, f.to d’Ajeta, Roma, 29 agosto 1942-XX.
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