Page 144 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La “quinta sponda “ storia dell’occupazione italiana della Croazia.
ereditato dalle leggi austriache e jugoslave, è infatti accolto come necessario pre-
supposto in attesa di una legge di cittadinanza per i territori annessi della Dalmazia
e servirà ad avviare il censimento della popolazione suddividendola in elementi
“favorevoli” ed “ostili”. I richiedenti, con la dovuta documentazione presentata
presso gli uffici consolari italiani, potevano essere iscritti nei registri di pertinenza.
Le autorità croate considereranno l’iscrizione dei pertinenti una loro delegittima-
zione: gli ebrei internati rimanevano pur sempre cittadini croati e come tali soggetti
ai poteri ed ai doveri dello Stato Indipendente Croato le cui autorità avevano alme-
no teoricamente facoltà insindacabile di richiedere nominativamente ebrei soggetti
all’internamento italiano. Onde non provocare ulteriormente la suscettibilità di Za-
gabria, furono negate le iscrizioni nei registri a coloro che intendevano avvalersene
per sottrarsi al servizio militare e fu tenuto conto il più possibile dell’origine "non
ariana" degli iscritti. Il VI Corpo d’Armata vieterà l’iscrizione a più di cento ebrei
accettandone solamente una quarantina, di cui metà minorenni, nonostante la zona
sotto la sua giurisdizione fosse considerata quella dove i provvedimenti contro gli
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ebrei venivano applicati nel modo meno drastico. Il Ministero degli Affari Esteri,
interessato ad indicare i criteri da considerare per determinare la pertinenza italiana
o meno dei cittadini ex jugoslavi, dopo aver interpellato l’Ufficio di Consulenza
Giuridica, comunicava che in linea generale erano da considerarsi pertinenti ai ter-
ritori annessi gli individui iscritti nel registro della popolazione dei singoli comuni;
potevano inoltre avere titolo alla cittadinanza italiana coloro nati in un comune dei
territori annessi che vi risiedessero stabilmente, coloro che da notevole periodo di
tempo risiedevano in un comune dei territori annessi, coloro che pur non essendo
nati, né residenti in comuni dei territori annessi, vi avessero parenti fino al terzo
grado oppure vi possedessero da tempo beni immobili, infine coloro che avevano
acquistato particolare benemerenza verso le autorità d’occupazione italiane. Il
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numero degli ebrei spediti nelle località assegnate aumenterà progressivamente,
senza tener conto delle aliquote precedentemente stabilite e porterà alla continua
ricerca di nuove località di internamento sulla zona costiera. 134
I campi di internamento per ebrei della “seconda zona” sono infine stabiliti
132 AUSSME, M-3, b. 69, Ragusa 30 gennaio 1943-XXI; id., Comando Superiore FF.AA. Slo-
venia-Dalmazia (2ª Armata), Ufficio Affari Civili, a Comando VI Corpo d’Armata, n. 1362/
AC risp. foglio 590/AC del 26 gennaio u.s., oggetto: Internamento ebrei, f.to il Generale
Comandante Mario Robotti, P.M.10, 18 febbraio 1943-XXI.
133 Ibidem, Comando Superiore FF.AA. Slovenia-Dalmazia, 2ª Armata, Ufficio Affari Civili, a
Comando V, VI, XVIII Corpo d’Armata e p.c. a Governo della Dalmazia Zara, a R. Prefettura
del Carnaro Fiume, prot. n. 1288/AC, oggetto: Accertamento ebrei, f.to d’ordine il Generale
di Brigata Capo di Stato Maggiore C. Primieri, P.M.10, 17 ottobre 1942-XX.
134 Ibidem, a Comando V, VI, XVIII Corpo d’Armata e p.c. a Comando CC.RR. di Supersloda,
10735/AC, Ebrei della Dalmazia, d’ordine il Generale di Brigata Capo di Stato Maggiore
E. de Blasio f.to Zanussi, P.M.10, 8 ottobre 1942-XX.
144 Capitolo sesto

