Page 140 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La “quinta sponda “ storia dell’occupazione italiana della Croazia.
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trovare loro asilo sulle isole italiane dell’Adriatico. Bastianini ribatteva tuttavia
che l’ipotesi era irrealizzabile, non offrendo le isole dalmate possibilità ricettiva per
tale massa di persone. 117
Ad agosto si arriva a una soluzione per i millecinquecento ebrei giunti a Spalato
nei mesi precedenti. Non essendo possibile concentrarli tutti a Cirquenizza, sa-
rebbero stati trasferiti nei territori croati del litorale presidiati dalle truppe italiane
secondo la seguente ripartizione: trecento a Segna, Novi, Cirquenizza e Porto Re,
trecento sull’isola di Brazza, cinquecento a Lesina, duecentocinquanta a Čapljina e
Dubrovnik (divenuti quattrocento già alla fine del mese), centocinquanta nell’isola
di Mezzo. Gli ebrei avrebbero goduto di una relativa libertà, con l’obbligo di non
allontanarsi dalla residenza loro assegnata e di provvedere al proprio sostentamen-
to. Roatta raccomandava ai competenti corpi d’armata di risolvere “concordemente
e con larghe vedute” i problemi che sarebbero potuti sorgere con le autorità croate
dalla sistemazione dei profughi, specialmente nei primi tempi del loro arrivo. 118
In seguito agli accordi tra Berlino e Zagabria cui si accennava in precedenza, in-
fine, il 18 agosto 1942 Berlino chiede ufficialmente al governo di Roma la consegna
alle autorità croate degli ebrei presenti nelle zone controllate dalle truppe italiane.
Da almeno un mese i tedeschi avevano richiamato l’attenzione di Casertano e della
Legazione Italiana a Zagabria sui numerosi ebrei fuggiti dallo Stato Indipendente
Croato e rifugiatisi a Mostar e Cirquenizza, “dove vivono indisturbati: essi, che
non sono sottoposti alle leggi razziali croate, ricalcate su quelle germaniche, sono
ritenuti nocivi come informatori e conniventi col nemico”. Tale interessamento te-
desco – sosteneva Casertano – che aveva già “sentore di ingerenza”, avrebbe potuto
preludere a qualche passo ufficiale. A giugno indiscrezioni in tal senso erano state
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raccolte anche dall' XI Corpo d’Armata. Delegati del Ministero Armi e Munizioni
tedesco, transitando a Mostar con ingegneri e ufficiali della Todt, avevano parlato
116 ASDMAE, b. 1507 (AP 42), AG Croazia 35, Condizione degli ebrei in Croazia (giugno
1941-maggio 1943), Gab.A.P., a Governo Dalmazia-Zara, telegramma 22721P.R., Ebrei ri-
fugiati in zona italiana, 28 giugno 1942-XX.
117 Ibidem, R. Governo Zara, a Gab.A.P., telegramma 18427, Ebrei, f.to Bastianini, Zara, 16
giugno 1942-XX
118 AUSSME, M-3, b. 69, a Comando Supremo, 7646/AC, telescritto 1725 del 26 giugno u.s.,
Ebrei della zona litoranea croata della Dalmazia annessa, f.to d’ordine il Generale di Bri-
gata Capo di Stato Maggiore E. de Blasio, 16 luglio 1942-XX; id., Comando Superiore
FF.AA. Slovenia-Dalmazia, Ufficio Affari Civili, a Comando V, VI, XVIII Corpo d’Armata
e p.c. a Comando CC.RR. di Supersloda, prot. n. 8418/AC., oggetto: Ebrei della Dalmazia,
f.to il Generale Comandante designato d’Armata Mario Roatta, P.M.10, 6 agosto 1942-XX;
id., a Governo della Dalmazia Zara, 9324/AC, Ebrei della zona litoranea, f.to il Generale di
Brigata Capo di Stato Maggiore E. de Blasio, P.M.10, 30 agosto 1942-XX.
119 ASDMAE, b. 1507 (AP 42), Ibidem, R. Legazione a Zagabria, telegramma 21081PR, Ebrei
rifugiatisi in zone italiane, f.to Casertano, Zagabria, 7 luglio 1942-XX.
140 Capitolo sesto

