Page 105 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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diffidenti fino all’ultimo, il 4 agosto, Stati Uniti e Giappone avevano finalmente
firmato un impegno bilaterale nel quale erano fissati i contorni per l’intervento
in Russia, e l’impegno per entrambe le potenze di astenersi da qualsiasi politica
di espansione in territorio russo. In tale documento il Governo giapponese ave-
va precisato che il solo scopo dello sbarco delle truppe imperiali era la prote-
zione delle proprietà giapponesi e l’evacuazione del contingente cecoslovacco.
Era significativo però che la versione del patto diffusa in Giappone recasse alla
fine una frase omessa invece nel testo trasmesso alle sedi diplomatiche . Tale
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frase esprimeva da parte giapponese l’intenzione di inviare ulteriori truppe in
caso di necessità .
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Il comando congiunto delle forze Alleate a Vladivostok venne assunto dal
generale giapponese Kikvzo Otani. Secondo gli accordi, una volta che fosse
stato operato il congiungimento con i cechi, Otani avrebbe seguitato a esercitare
formalmente il comando su tutte le forze Alleate, conservando però la dire-
zione delle operazioni solo sul territorio fino al lago Bajkal. Al di là di questo
il comando dei contingenti Alleati sarebbe stato assunto dal generale francese
Maurice Janin, già organizzatore della Legione cecoslovacca, ed era inteso che
non vi avrebbero partecipato né truppe statunitensi né giapponesi.
Il generale britannico Alfred Knox, già addetto militare in Russia, avrebbe
avuto invece il compito di gestire i trasporti dal Pacifico fino alle retrovie del
fronte di combattimento, che per il momento però coincideva quasi con il peri-
metro urbano di Vladivostok.
Mentre i cecoslovacchi occupavano il territorio da Kazan a Irkutsk, nell’e-
state 1918 i bolscevichi infatti controllavano ancora tutto il territorio fra la pe-
riferia di Vladivostok e Irkutsk stessa, la cosiddetta Siberia Orientale. Secondo
il piano alleato, il contingente multinazionale avrebbe dovuto occupare questa
vastissima regione fino a congiungersi con la Legione Ceca, la cui evacuazione
era pur sempre lo scopo ufficiale dell’intera missione.
Una volta operato il congiungimento coi cecoslovacchi e stabiliti i contatti
con i governi antibolscevichi, si sarebbe provveduto a concertarne l’azione futu-
ra in una offensiva contro Mosca e, in un secondo momento, contro la Germania.
182 La conclusione, del tutto erronea, che ne trassero gli Alleati fu che di fronte al limitato impegno
statunitense, anche il Giappone avesse accettato di astenersi da un aperto intervento nella politica
russa. “Avendo governo americano fatto conoscere questo Governo non essere disposto distrar
re denaro e materiale dalle esigenze della guerra in Europa. Ambasciatore d’Italia ritiene assai
difficile che il Giappone possa altrimenti provvedere”. Telegramma del gen. Barattieri del Min.
della Guerra all’Uff. Operazioni del Comando Supremo del 781918. AUSSME, E11, B. 121,
fasc. 3.
183 Ibidem.

