Page 126 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
P. 126
124 Missione in siberia
Aveva frainteso senso e contesto. I tre non volevano una invasione della
Russia, volevano la sua opinione riguardo una iniziativa politica volta a favorire
la nascita in Russia di un governo amico.
Con la paziente cortesia con cui ci si rivolge ad un neofita, Wilson e Lloyd
George spiegarono che all’azione militare già in corso andava sostituita una
operazione di “politica internazionale” volta a riportare la Russia nell’equilibrio
europeo e che a tale scopo, anzi, era necessario coinvolgere anche la Germania
la quale, affermarono,“ne sa sulla Russia più di tutti gli altri. […] Non si può
fare nulla in Europa senza la Germania e tutto sarà facile con lei”, concluse
Lloyd George. Clemanceau, intanto, taceva.
Inutile dire che l’idea non incontrò il favore di Foch. Era venuto a proporre
una azione militare contro i bolscevichi, non una alleanza politica con la Ger-
mania appena sconfitta.
Ma Foch chiese «Come garantirete l’esistenza della Francia»? E a loro
volta il presidente e Lloyd George risposero: «Nei limiti dei Quattordici
Punti l’esistenza della Francia sarà garantita dai popoli che parlano la
lingua inglese in tutto il mondo e da tutte le razze e gli Stati associati ad
essi» .
226
Frastornato, il generale lasciò la sala senza aver ottenuto nulla.
how Much?
Anche a Mosca l’evolversi degli eventi era seguito in modo febbrile. Nei
mesi precedenti, mano a mano che la situazione militare si deteriorava, la luna
di miele di Lenin col militarismo tedesco si era infatti raffreddata. La vittoria
dell’Intesa nella guerra, se da una parte cancellava l’ingombrante tutela tedesca,
dall’altra lasciava la Russia alla mercé dei vincitori, i quali avrebbero potuto
anche trattarla come un alleato della Germania, e avviarla ad un altrettanto duro
castigo.
Lenin non ignorava che nell’Intesa vi erano molti sostenitori di questa solu-
zione e capiva che, con la guerra civile in corso, non avrebbe potuto farvi fronte.
Sapeva però che gli Stati Uniti, la principale potenza vincitrice, erano contrari
alla politica imperialista degli europei, sostenevano, almeno fuori dal continen-
te americano, il principio di non ingerenza negli affari dei paesi stranieri e, più
in solido, non volevano finanziare un’altra guerra.
226 Ivi, cit., p. 17.
capitolo quinto

