Page 145 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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136 ENRICO PINO
Un altro dei compiti pitl gravosi e delicati, che vide impegnato il contingente
di pace italiano, fu quello del sequestro di tutte le armi in possesso alla popolazione,
già utilizzate dalla fazione cristiana nella lotta d'indipendenza contro i turchi.
Crispo rende bene evidente come le difficoltà derivassero soprattutto dal legame
che i cretesi avevano con le armi, strumenti ritenuti indispensabili alla lotta ed alla
sopravvivenza. Difficoltà che egli, in ogni modo, riuscì a superare con efficaci
predisposizioni: " ... Per quanto colla partenza delle truppe turche, fossero cessate
le ragioni per le quali le popolazioni si erano annate, pure molti dubitavano che,
all'atto pratico, i Cretesi si sarebbero acconciati a consegnare quei fucili, procuratisi
con tanto stento ed impugnati durante la lotta d'indipendenza.
Un momento di ri!Joso /Jer i sottll((iciali del 36° reggimento (anteria
L'amore che i Cretesi hanno per le armi, il possesso delle quali rappresenta
presso di loro il concetto di dignità virile, faceva presupporre che questa operazione
del disarmo sarebbe stata difficile e laboriosa. Era però necessario che essa procedesse
rapida e completa; non essendo possibile governare una popolazione annata. Non
nasconderò anzi le mie preoccupazioni, in quei primi tempi, pei lontani distac-
camenti di Sfakià e della provincia di Sèlinos, isolati, con comunicazioni precarie
e difficili e fra gente che aveva armi ed aveva mostrato di sapersene servire.