Page 140 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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LA  CRISI  DI  CRETA
                IL  CORPO  DI  SPEDIZIONE  ITALIANO  (1897-1899)


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              La  presente  relazione  è  basata  principalmente su  alcuni  aspetti  poco  noti  e
         meno divulgati della missione di pace delle truppe italiane, e si avvale della relazione
         ufficiale del colonnello Alberto Crispo(l), che fu  comandante del Comando Superiore
         delle Regie Truppe a Creta. Il documento, "Opera delle truppe italiane in Creta" (2),
         fu  redatto nel  febbraio del 1900, subito dopo il  ritorno in Patria dell'ufficiale, per
         l'Ufficio Coloniale del Comando del Corpo cii  Stato Maggiore. Si  ritiene, pertanto,
         tale  documento  di  estremo  interesse,  poiché  esso  pone  in  particolare  evidenza
         l'azione delle Forze italiane a favore della pacificazione dell'isola; azione soprattutto
         umanitaria,  tesa  al  controllo  della  stato  di  conflitto  tra  le  fazioni  cristiana  e
         musulmana,  non disgiunta dall'opera  di  ricostruzione,  per lo  sviluppo sociale ed
         economico delle  popolazioni  locali.
              Il  problema "cretese", una questio  legata e  fomentata dalla crisi  nei Balcani,
         ma  dalle  radici  antiche,  fortificate  dall'humus delle guerre  di  religione,  riesplose
         in  tutta  la  sua  virulenza  nei  primi  giorni  del  mese  di  febbraio  1897 e  fu  motivo
         occasionale  dello scoppio della  guerra  greco-turca.  Distaccamenti  di  marina  dei
         vari stati europei, sbarcati dalla flotta che aveva posto il blocco all'isola, occuparono
         alcune  località  costiere  di  Creta.  Le  potenze,  di  fatto,  avevano già  preconizzato,
         anzi sancito, l'autonomia dell'isola con una notifica a Grecia e Turchia, che se  ne
         contendevano il  possesso.
              Nell'aprile  1897 giunsero  a  Creta,  provenienti  dalle  varie  nazioni  europee,
         altre  truppe  di  rinforzo  richieste  insistentemente  dal  consiglio  degli  ammiragli
         (composto dai  comandanti delle  unità  navali  che sostavano  in  quelle acque)  non
         appena  ci  si  rese  conto  che  le  truppe  sbarcate  non  bastavano  a  controllare  la
         situazione. Fino ad allora le Forze italiane, come quelle degli altri stati, erano quelle
         sbarcate dalle navi ed erano state fornite dalla Marina (circa un battaglione di 600
         uomini);  le  truppe  inviate  in  questo  secondo  momento  appartenevano,  invece,
         all'Esercito. Furono destinati al contingente italiano del corpo di spedizione interna-
         zionale, un  battaglione bersaglieri (il  XII dell'8° reggimento) agli ordini del tenente
         colonnello Brusati, un battaglione di  fanteria (il I del 36°) comandato dal colonnello
         Zevi e 1'8<1 batteria da montagna. I reparti, imbarcati sui piroscafi Arno e Indipendente,
         partirono  da  Napoli  il  21  aprile,  scortati  dalla  regia  nave  Liguria  e  giunsero  la
         mattina del 24 nella baia di Suda. Lo sbarco avvenne il giorno seguente; bersaglieri
         ed artiglieri si  diressero verso La  Canea, cosÌ  che il  XII  battaglione si  dislocò con
         due  compagnie  in  città  ed  inviò  le  rimanenti  unità  ai  posti  internazionali  verso
         Akrotiri, quartier generale degli insorti, ed alle fortificazioni erette dai turchi sulle
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