Page 139 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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130 PAOLO ALBERINI
segue: Appendice 1
Se gli sforzi della Porta di fronte all'indecisione e ad un supposto disaccordo
delle potenze avessero ad essere coronati da successo, bisognerà attendersi da
parte della maggioranza dei cretesi, sempre in armi, ad una ripresa di ostilità, che
riuscirà tanto più terribile, che ogni speranza di politica redenzione sarà per essi
perduta. Data una simile evenienza, la linea di condotta dell'Italia, per quanto
avrà tratto alla convenienza o meno del rimpatrio del contingente militare nazionale,
dovrà conformarsi a quella delle altre potenze, ove non voglia isolarsi dal concerto
europeo e perdere qualsiasi beneficio che per avventura potesse derivare dal fatto
dell'occupazione. Però, mentre sarà dignitoso ed opportuno che l'Italia si riduca
nel concerto europeo al secondo rango, lasciandone ad altri la direzione, l'azione
delle nostre truppe in Creta dovrà in ogni caso essere passiva e limitata a sorvegliare
il corso degli eventi, senza prenderne parte.
A porre termine da una parte alle riluttanze della Porta, a togliere, dall'altra,
le Potenze dall'imbarazzo in cui si trovano di fronte alla Turchia, alla Creta, all'opinione
pubblica, a scongiurare nuove e più tremende sciagure, non rimane che un solo
mezzo da tentarsi, dato che le Potenze siano d'accordo: che le Potenze designino
la persona del Governatore prescelto e gli Ammiragli procederanno al suo insediamento
per atto d'autorità; alla Sublime Porta null'altro rimarrà che di acconciarsi al fatto
compiuto, protestando.
In pari tempo i Comandanti militari delle truppe internazionali sarebbero
nominati governatori provvisorii rispettivamente delle città protette, sotto la
direzione del governatore generale.
Se a questo punto le truppe turche non avessero ordine dalla Sublime Porta
di ritirarsi, si raggiungerebbe lo intento senza neanche minacciare con dimostrazioni
navali né Costantinopoli, né i Dardanelli, atto su cui pare le potenze sarebbero
discordi; basterebbe annunziare al Sultano che le truppe internazionali ed i pochi
cristiani delle località protette si ritirerebbero dalle città e che queste rimarrebbero
strette da vicino dagli insorti cretesi da terra e dalle navi internazionali da mare;
il risultato non potrebbe che essere sicuro ed immediato, essendo già stabilito che
le Potenze non tollereranno soccorsi da fuori!
Mi auguro che questi brevi cenni dettatimi dalle mie conoscenze sulla grave
questione e dalla coscienza, possano incontrare il gradimento dell'Eccellenza Vostra,
ed avere la fortuna di contribuire in qualche modo alla soluzione sollecita dell'intricata,
seria e già troppo lunga questione cretese.
Mi è grato, come sempre, presentare all'E.V. gli atti di tutta la mia conside-
razione e devozione.
IL VICE AMMIRAGLIO COMANDANTE IN CAPO
DELLA SQUADRA ATTIVA
N. Cane1!aro