Page 134 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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LA CRISI DI CRETA - IL RUOLO DELLA MARINA ITAI.lANA 125
perché alle grandi potenze sarebbe stato agevole rifiutarla, se non fosse stata
apprezzata. E si dimostrò una guida illuminata"(29).
L'intervento internazionale a Creta, con l'attuazione di un'azione militare
efficace e talvolta anche inflessibile in difesa di tutti coloro che subivano minacce,
soprusi, violenze ed anche eccidi, indipendentemente dall'appartenenza o meno
all'una e all'altra etnia, può ben ascriversi a quei tipi di intervento di pacificazione
con fini umanitari, ma anche di prevenzione a un possibile allargamento del conflitto.
La Marina, presente fin dall'insorgere della crisi con l'apprezzato ruolo di
guida del consiglio degli ammiragli da parte di Canevaro, e con il rilevante e
permanente dispiegamento delle sue navi migliori, contribuÌ non poco al recupero
del credito internazionale dell'Italia, in quegli anni caduto assai in basso per le
sconfitte subite in Africa.
NOTE
(1) Per la stesura della relazione ho ampiamente utilizzato:
- E. Alberini, La Marina italiana a Creta, Ufficio Storico della Marina, Roma 1998.
- M. Gabriele - G. Friz, La flotta come strulllento di politica nei primi decellni dello stato
IInitario italiano, Ufficio Storico della Marina, Roma 1973.
- M. Gabriele - G. Friz, La politica navale italiana dal 188S al 1915, Ufficio Storico della
Marina, Roma 1982.
- Sull'argomento si veda anche G. Cucchi, Una "peacekeeping force" di cent'anni fa, in
"Rivista Storica", anno VIII, n. 9, ottobre 1995.
(2) L'annotazione è in E. Serra, Ammiragliato britannico e politica estera alla fine del XIX
secolo, "Supplemento alla Rivista Marittima" n. 7 p. 9, Roma luglio 2000.
(3) Cfr. M. Gabriele - G. Friz, La flotta come strumento di politica nei I)rimi decenni
dello stato unitario italiano, cito p. 103-113.
(4) M. Gabriele, "Introduzione" a La Marina Italiana a Creta, cito p. 10-11.
(5) Halepa, sobborgo di La Canea, sede del pasciù e dei consolati.
(6) Cfr. G. Clicchi, Una peacekeeping farce di cent'anni fa, cito p. 35. E. Alberini, La
Marina italiana a Creta, cito p. 53.
(7) Trascriviamo il noto telegramma del console Medana al Ministro degli Esteri Caetani:
"Canea, 24 maggio 1986, ore 6.50.
Per ragioni tuttora sconosciute rissa scoppiata fra musulmani cristiani. Miei colleghi io
potuto recarci cittù con gran difficoltù. Cittù in armi atterrita; si sta battendosi nelle strade,
critica situazione. Vali mancante mezzi repressione; truppa insufficiente. Pericolo grande: finora
dieci vittime conosciute, comprese cavas russi greci. Presenza impotenza autoritù non posso
rispondere sicurezza nazionali. Ritengo necessario invio nave da guerra Canea. Critica situazione
pure Rettimo ove musulmani armati forzano cristiani. Colleghi telegrafato identicamente. Agente
italiano Rettimo chiede autorizzazione prendere cavas provvisori custodia uffizio. Prego V.E.
autorizzare". Docul/lenti Diplomatici Italiani (D. D.l.), terza serie val. I doc. 102.