Page 130 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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LA CRISI DI CRETA - IL RUOLO DELLA MARINA ITALIANA 121
Durante la guerra greco-turca alcune nostre unità (Re Umberto, Andrea Doria,
Sardegna, Giovanni Bausan, Caprera) si alternavano in crociera lungo le coste della
Tessaglia o sostavano nei porti greci e hlrchi, a protezione non solo delle nostre colonie,
ma anche di quelle greche in Turchia e di quelle austriache in Grecia. Il Vesuvio svolse
anche attività umanitaria trasportando un contingente della Croce Rossa a Nauplia,
mentre il Montebello, al termine delle ostilità, presenziò a Volo all'imbarco delle truppe
ottomane (50.000 uomini circa) vittoriose nel conflitto con la Grecia, essendo il suo
comandante, Aristide Garelli, membro della commissione internazionale che sovrin-
tendeva all'evacuazione.
A Creta era sempre aperto il problema della nomina del governatore dopo
che l'ultimo, Berovitch pascià, era stato costretto a fuggire e l'autonomia promessa
dalle potenze, una volta ritiratesi le truppe greche, non poteva realizzarsi in
presenza del presidio turco. La vittoria in Tessaglia poneva la Turchia in nuova
posizione di forza, tantoché ai primi d'agosto il Sultano annunciò l'arrivo a Creta
di Djevad pascià in qualità di nuovo comandante del presidio turco. Djevad era
maresciallo dell'esercito ottomano, ex gran visir, possedeva il titolo di altezza ed
in passato era stato governatore di Creta: personaggio quindi ingombrante e
scomodo. Canevaro propose al consiglio degli ammiragli di opporsi con la forza
al suo arrivo, imbarcandolo sull'incrociatore Caprera e di ricondurlo a Smirne.
Gli ammiragli russo e austriaco si opposero e prevalse quindi la linea indulgente.
Djevad fu accolto a Creta con grande entusiasmo dalla popolazione musulmana;
dopo qualche giorno si sparse la voce che tre corazzate turche erano in rotta
verso Suda. La risposta del consiglio degli ammiragli alla provocazione fu immediata:
l'avviso Falco e l'ariete Liguria furono subito inviati incontro alle corazzate, che
invertirono la rotta ritornando a Costantinopoli.
Circa il problema della nomina del governatore molte candidature venivano
avanzate, tra le quali anche quella di Canevaro, sostenuta da Vienna. Ma l'ammiraglio
rifiutò adducendo di non possedere attitudini amministrative e perché "non credo
che al governo italiano e al nostro paese possa convenire la mia nomina a simile
carica poiché pare già troppo a tutti che io mi trovi alla suprema direzione della
squadra internazionale" (23) •
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L'istituzione del tribunale militare internazionale nel luglio 1897 fu una delle
iniziative intraprese dal consiglio degli ammiragli per cercare di condurre la vita
organizzata entro i limiti della legalità. Il tribunale aveva sede a La Canea e
giurisdizione su tutta l'isola, giudicava senza appello i reati commessi contro la
sicurezza in generale. A questo tribunale, presieduto da un ufficiale italiano, con
la pubblica accusa esercitata dall'avvocato fiscale, pure italiano, che giudicava
secondo il codice penale militare di guerra italiano, si aggiunsero successivamente
le commissioni militari di polizia, istituite nelle sedi dei comandanti superiori,
ovvero a Candia, Rettimo, Sitia e Kissamo, competenti per i reati minori.