Page 129 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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120 PAOLO ALBERINI
Le potenze, dopo la solenne dichiarazione del 2 marzo, secondo la quale
intendevano assicurare "l'autonomia completa di Creta sotto la sovranità del
Sultano"(21), decisero di attuare il blocco dell'isola che divenne effettivo il 21
marzo e sarebbe stato applicato nei confronti di tutte le navi greche, e anche
di quelle neutrali, al fine di impedire i rifornimenti alle truppe greche.
I tentativi messi in atto per far cessare gli scontri tra cristiani e musulmani
risultavano vani. Per un miglior controllo della situazione il consiglio degli ammiragli
richiese ai governi delle potenze l'invio di forze di terra. Cltalia in un primo
tempo non aderì per questioni di politica interna: "l'invio di un battaglione di
truppa muterebbe il carattere che vogliamo sia mantenuto al nostro intervento"(22)
ed inviò un battaglione di 600 marinai costieri. Un mese dopo tuttavia il governo
aderì alla richiesta ed inviò un battaglione di bersaglieri, uno di fanteria e una
batteria da montagna, che giunsero a Creta il 24 aprile con i piroscafi Arno e
Indipendente, scortati dall'ariete torpediniere Liguria.
Nel frattempo scoppiarono ostilità in Tessaglia, la Grecia e la Turchia si
dichiararono guerra. Tale evento venne, per così dire, in aiuto al consiglio degli
ammiragli, in quanto il colonnello Vassos richiese l'imbarco delle sue truppe per
accorrere al fronte in Macedonia. Canevaro, nonostante il blocco, ben volentieri
aderì alla richiesta, liberandosi di quell'incomoda presenza.
La corazzata Sardeglla