Page 132 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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LA  CRISI  DI  CRETA  - IL  RUOLO  DELLA  MARINA  ITALIANA            123

              Dopo due anni di guerra civile la situazione sembrava relativamente tranquilla.
          Mentre gli  ambasciatori  lavoravano a Costantinopoli per costringere il  Sultano a
          ritirare  la  guarnigione  turca  da  Creta e  ad  accettare  la  candidatura del  principe
          Giorgio al governo dell'isola, si  effettuavano preparativi per il passaggio al  regime
          di  autonomia.
              Il  6 settembre accadde un fatto di gravità eccezionale a Candia, la città sotto
          giurisdizione  inglese:  i musulmani  si  rifiutarono  di  pagare  le  decime  su  pesca  e
          tabacco, si  ribellarono  e assalirono  la  guardia britannica, incendiarono il  centro
          abitato dai cristiani,  provocando la  morte di  13  soldati,  800 civili  ed  uccidendo
          anche il  console di S.  M. britannica. La  reazione delle  potenze fu  immediata: una
          formazione  navale  fu  subito  inviata a Candia,  lo  stesso  Bettolo sopraggiunse con
          la  corazzata Morosini,  su  cui aveva preso imbarco una compagnia di bersaglieri e
          una  compagnia  di  fanteria  di  marina  francese,  inviate  in  soccorso  degli  inglesi
          asserragliati sui  bastioni.
              Le  autorità britanniche di  Candia ottennero la  consegna dei  responsabili dei
          massacri, che furono processati davanti a un tribunale di guerra, che comminò una
          ventina di sentenze capitali, eseguite pubblicamente mediante impiccagione.  Altre
          due  sentenze  capitali  furono  comminate  dal  tribunale  militare  internazionale  ed
          eseguite mediante fucilazione  effettuata da plotoni  internazionali  (25).
              Riportata la  calma, fu  inviato un ultimatum alla  Porta per lo sgombero delle
          proprie  truppe.  Clmpero  ottomano,  non  intravedendo  alcun  altra  possibilità,  si
          piegò  infine  alla  volontà delle  potenze,  iniziando  il  ritiro  del  presidio.  Lo  stesso
          Djevad pascià lasciò  l'isola.
              Il governo fu assunto formalmente dal consiglio degli ammiragli il4 novembre
          ed  il  principe  Giorgio  poté  insediarsi  a  Creta  il  mese  successivo,  quale  Alto
          Commissario, dando inizio al processo di autonomia. Le  flotte allora si ritirarono
          dalle  acque  dell'isola  martoriata,  lasciando  a  rappresentarle  solo  una  nave  per
          ciascuna  potenza.  Canzian a  pirofregata  Castelfidardo  rimase  a  Creta  a  rappre-
          sentare la Marina italiana.




              Cintervento delle  grandi  potenze a  Creta si  realizzò  dunque  con  un grande
          dispiegamento  navale  e  con  la  presenza  di  consistenti  contingenti  di  truppa.  La
          Marina  italiana,  e  quindi  l'Italia,  con  la  guida  dci  consiglio  degli  ammiragli
          affidata a  Canevaro  dal  mese  di  febbraio  1897 al  mese  di  maggio  1898,  ovvero
          per tutto il periodo di  perdurante crisi, ebbe il  ruolo di  maggior rilievo e maggior
          responsabilità rispetto alle altre potenze presenti.
              Ci chiediamo come mai  le  cancellerie europee accettarono questo  ruolo di
          guida per l'Italia.  Non vi  è  dubbio che  l'ammiraglio  italiano seppe svolgere con
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