Page 138 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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LA CRISI DI CRETA - IL RUOLO DELLA MARINA ITALIANA 129
segue: Appendice 1
Comunque sia, la maggioranza della popolazione è fermamente convinta del
contrario, e la nomina di un funzionario turco sarebbe la scintilla che darebbe
nuovamente fuoco alle polveri. Data questa triste eventualità, il ristabilimento
dell'ordine incomberebbe esclusivamente alle truppe imperiali, giacché a nessun
animo generoso può balenare la possibilità che le grandi potenze, dopo aver
tenuto a bada la popolazione della Creta, cullandola di speranze, si associno alla
Turchia per affogare nel sangue ogni conato di resistenza. Non rimarrebbe in tale
frangente alle potenze altra alternativa che di far rimpatriare i loro Ammiragli
colle truppe internazionali, rimanendo ai rispettivi Governi la cura di giustificare,
di fronte all'umanità e davanti ai parlamenti, un intervento che costò alle nazioni
di Europa danaro non superfluo e provocò la rovina di due paesi.
Colla nomina di un governatore europeo viene all'isola garantita una completa
autonomia, quale promessa, giacché rimane eliminata ogni influenza sia diretta
che indiretta della Porta, per fatto di chi nulla ha da sperare né da temere dal
governo centrale.
Data questa eventualità, la presenza in Creta delle truppe internazionali si
impone per quell'efficace aiuto morale e materiale sul quale è in diritto il governatore
europeo di contare nei primordi della sua missione e come coefficiente materiale
e morale utilissimo per la pacificazione dci paese. Gradatamente potranno le truppe
internazionali essere diminuite, allorquando la milizia paesana da istituirsi ed il
corpo della gendarmeria cretese daranno affidamento di potere coi loro proprii
elementi mantenere l'ordine.
L'istallazione del governatore europeo rende d'altro canto superfluo qualsiasi
impiego della truppa turca, il cui definitivo allontanamento dall'isola è vivamente
reclamato dalla maggioranza della popolazione cretese. E prescindendo dal sentimento
generale, che in questione di pacificazione di animi deve pure tenersi in debito
conto, l'allontanamento della truppa turca è imposto dall'essenza stessa del principio
d'autonomia, potendo l'ingerenza dci governo centrale effettuarsi, per suo mezzo,
negli affari interni della Creta, o quanto meno potendo la truppa servire di strumento,
in mano della Porta, di resistenza o di provocazione. L'inutilità, dci resto, dci suo
impiego come elemento di ordine, è oramai cosa indiscutibile, non parteggiando
essa che per i suoi correligionarii. Richiesta l'autorità militare di prestare il suo
concorso a quella internazionale per il ristabilimento dell'ordine, fu sempre larga
di promesse, quanto avara cii fatti, tanto che sotto gli occhi dei soldati turchi,
passivi spettatori, furono consumate in gran parte la distruzione delle proprietà
cristiane e violenze e delitti di sangue.
Invisa alla maggioranza dclla popolazione, non utilc a verun impiego di ordine,
potendo, quando che sia, costituire un inciampo al libero funzionamento del nuovo
regime, la truppa turca deve essere gradatamente ritirata da Creta, gli alti diritti
di sovranità del Sultano essendo esuberantemcnte garantiti dalla analoga dichia-
razione fatta dalle potenze e notificata alla Porta il 2 marzo lI.S.