Page 165 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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156 GIULIANO MANZARI
Intanto gli incidenti aumentavano e si erano avuti i primi scontri fra i
Boxer e le truppe imperiali incaricate di riportare l'ordine: il4 giugno il Governatore
di Hankow, Chang Chih-tung, telegrafò che in effetti era in atto una ribellione
mascherata da lotta contro il cristianesimo. Tanto il principe Tuan quanto
l'Imperatrice decisero che, se non era possibile eliminare i Boxer e le altre
società segrete, cosa che nessun imperatore era riuscito a fare, si poteva però
sfruttarle indirizzando i loro sforzi verso i fini della politica dinastica: in altre
parole, le società segrete sarebbero state adoperate clalla Corte contro gli Occidentali
per dare il via alla loro espulsione dalla Cina, riportanclola ai tempi ciel suo
splendore. La Corte, dopo qualche tentennamento, decise, alla fine, di lasciar
carta bianca ai Boxer, ordinando alle truppe imperiali di non osteggiarli e di
ritirarsi. Da quel momento gli eventi precipitarono.
Le operazioni in Cina dal giugno all'agosto 1900
Questo primo periodo delle operazioni in Cina fu caratterizzato dai contra-
stanti obiettivi dei contendenti: da una parte le potenze erano impegnate nel far
affluire truppe (provenienti dai propri paesi d'origine e dai possedimenti oltre
mare), al fine di rinforzare il contingente e impedire che le Legazioni di Pechino
fossero sopraffatte; dall'altro i cinesi dovevano impedire che altri contingenti
stranieri raggiungessero la capitale e, quindi, dovevano tagliare le linee di comuni-
cazione con il mare, impedendo, nel contempo, alle potenze straniere di
sbarcare altri contingenti alla foce del Pei-ho. Durante gli ultimi giorni di
maggio e i primi di giugno, masse sempre più numerose di Boxer affluirono
dalle campagne verso Pechino intensificando la lotta ai convertiti cristiani, che
cercarono protezione dentro il Quartiere delle Legazioni e, pitl che altro, nel
recinto della Missione che sorgeva presso la cattedrale ciel Pe-tang. Il 28 maggio
fu attaccata e incendiata la stazione ferroviaria della città rendendo saltuarie le
comunicazioni in treno con Tien-tsin; di fatto il 10 giugno giunse a Pechino
l'ultimo contingente straniero proveniente dalla costa. Per impedire che gli
stranieri potessero far affluire altri rinforzi i Boxer si spostarono anche in direzione
di Tien-tsin, provvedendo a distruggere man mano la ferrovia. Gli occidentali,
nel frattempo, cercavano di far affluire altri contingenti di truppe. Le truppe,
sbarcate alla foce del Pei-ho, nei pressi di Ta-ku, dovevano proseguire la loro
marcia verso Tien-tsin, per poi imbarcare, ove possibile, sui treni alla volta di
Pechino. Il IO giugno giunse a Ta-ku il Calabria (capitano di fregata Alberto
Cantelli). Il 3 giugno si seppe dell'uccisione di tre italiani a Pao-ting fu. Il 4,
con l'arrivo di altre 24 navi, la flotta delle potenze presente in rada assommava
ormai a 43 navi (10) e, su istanza dei rispettivi ministri plenipotenziari a Pechino,