Page 168 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
P. 168
159
LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA SPEDIZIONE INTERNAZIONALE CONTRO I BOXER 000
destra un nucleo maggiore di truppe per prevenire sorprese; ma nella mattinata
la colonna fu ugualmente attaccata, come al solito, all'ingresso di un villaggio
e minacciata da un corpo di circa 500 cavalieri cinesi. Dopo 4 ore di combat-
timento, gli occidentali raggiunsero Pei Tsang e, fattavi una breve sosta, ne
ripartirono tormentati da continue scariche di fucileria e colpi di artiglieria (a
granata, cartoccio e shrapnel), subendo perdite stimabili a un centinaio tra
morti e feriti (15). Il 22 la colonna abbandonò tre cannoni, troppo pesanti per
poter essere trascinati ancora, e sostenne un combattimento all'ingresso di un
piccolo centro abitato. Nella notte alcune cannonate provennero da una zona
fortificata che si scoprì essere l'Arsenale di Si-1m, del quale non si conosceva
l'esistenza e le forze occidentali decisero di attaccarlo. Fu posto un distaccamento
a coprire le spalle all'ondata d'assalto e contrastare i numerosi nuclei nemici che
avanzavano in ordine sparso dalla campagna, sparando con fucili e cannoni di
piccolo calibro. li grosso delle truppe partì all'attacco dell'obiettivo; dopo duri
combattimenti nel buio, con scambio di colpi d'artiglieria, l'Arsenale fu catturato.
La mattina seguente i cinesi si fecero nuovamente sotto, avanzando all'interno
dei canneti e lungo gli argini del fiume e cercarono di riprendere l'Arsenale; ma
furono respinti e il combattimento si frazionò in scontri e tiri isolati fino a
spegnersi del tutto. Tornata la calma, l'Arsenale fu ispezionato e Seymour constatò
d'aver preso una fortezza quadrata con 700 metri di cinta muraria, contenente
cannoni e armi in gran quantità, 14 milioni di cartucce e proiettili per armi di
piccolo calibro, medicinali e corredi chirurgici da campo. La colonna decise
allora di fortificarsi nell' Arsenale, in attesa che cla Tien-tsin giungesse una risposta
al corriere inviatovi per chiedere aiuti. Ma, fino a quel momento, da Tien-tsin
giungeva solo il brontolio dei cannoni, segno che anche là si combatteva.
I Forti di Ta-ku
Mentre della Colonna Seymour mancavano notIzIe per l'interruzione
delle linee telegrafiche e della ferrovia, il Consiglio formato dai comandanti
delle squadre navali presenti in Cina seppe clelia presenza di circa 2.000 soldati
regolari cinesi che manovrava per tagliare le comunicazioni fra Ta-ku e Tien-
tsin e decise che, se si fossero avvicinati, sarebbe stato necessario bombardare
e prendere i Forti di Ta-ku, in modo da garantire il collegamento fra il mare e
Tien-tsin essenziale, in previsione clelia sbarco ciel corpo di spedizione interna-
zionale in arrivo, per poi procedere verso Pechino, da cui non si erano più
avute notizie. Ta-ku sorgeva alla foce del Pei-ho ed era protetta da quattro Forti,
due su ogni sponda del fiume (largo in quel punto circa 180 metri), che