Page 167 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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              constatati  i gravi  danni subiti  dalla  linea  ferroviaria  verso  Pechino,  restò  ferma
              a  Lang-fang.  La  mattina del  14  giugno,  i  militari  occidentali,  quasi  tutti senza
              armi,  erano sparsi  qua  e  là  alla  ricerca  di  legna;  un  picchetto  di  8  italiani  (un
              sottocapo e 7  marinai) fu  inviato  in  avanti, a circa 300 metri dal  treno di  testa.
              Furono loro ad avvistare due forti  colonne di  Boxer che avanzavano di  corsa e
              dettero  l'allarme.  Il  sottocapo Vincenzo  Rossi  ordinò  il  fuoco,  ma  il  picchetto
              fu  rapidamente sopraffatto dalla  marea umana e  il  sottocapo e quattro marinai
              furono sopraffatti e uccisi(l3l.  I cinesi  si  divisero in vari  gruppi  e raggiunsero il
             treno  cii  testa;  ma  vennero  accolti  eia  un  violentissimo  fuoco  e  si  ritirarono,
              lasciando sul terreno un centinaio di  morti e una bandiera. Nel pomeriggio arrivò
              la  notizia d'un attacco cinese contro la stazione di  Lo-fa.  l?ammiraglio Seymour
              partì  con  un  treno  di  rinforzo  e  ne  ritornò  verso  le  19,  quando  era  appena
              ultimata la cerimonia di sepoltura dei marinai italiani, alla quale avevano partecipato
              tutti  i militari del  contingente rimasti  a Lang-fang.  Preso atto dell'impossibilità
              di  proseguire verso Pechino, la mattina del 16 giugno la Colonna Seymour ripiegò
              verso Lo-fa, muovendosi lentamente a causa dei danni alla ferrovia. Il  17 arrivarono
              alcuni corrieri provenienti da Pechino con lettere in cui si  descriveva brevemente
             la gravità della situazione nella capitale; ma quella della Colonna non era migliore.
              Italiani  e  Francesi  (rispettivamente 20 e  80  uomini)  avevano  fatto  un'uscita  di
              ricognizione  e  vettovagliamento  senza  scontri  e  con  qualche  piccolo  risultato,
              ma  l'indomani  la  pressione  nemica  si  era  risolta  in  alcuni  attacchi  ad  altri
             contingenti  che  erano  costati  sei  morti  e  una  cinquantina  di  feriti  e  avevano
             consigliato  l'ammiraglio  Seymour  a  ordinare  l'abbandono  delle  postazioni
              lungo  la  ferrovia  e  il  concentramento  delle  forze  a  Yang-tsung.  Il  19  ci  si  rese
             conto  di  non  poter  più  adoperare  i  treni  a  causa  dei  danni  inflitti  alla  linea
              ferroviaria anche in direzione del  mare e si decise di rientrare a Tien-tsin a piedi
              lungo  la  riva  sinistra del  Pei-ho.  Non era  un'impresa  facilissima  non  tanto  per
             la  distanza,  relativamente piccola,  quanto per la  scarsa  mobilità della Colonna,
             composta da personale  non  abituato  alle  marce e  dotato di  armamenti  pesanti,
             e  per  la  totale  ignoranza  topografica  della  zona,  della  quale  si  avevano  poche
             carte e molto approssimative. Facendo affidamento sul corso del Pei-ho, seguendo
              il  quale non si  poteva fare  a  meno di  arrivare a Tien-tsin e  al  mare, alle  10 del
              mattino la Colonna si mise in  moto. I marinai procedettero lentamente, tenendo
              un  plotone giapponese sulla riva destra, mentre alcune giunche, trainate da riva,
              trasportavano  il  grosso dei  materiali.  Il  20 ci  fu  un  primo scontro con  Boxer e
             truppe  imperiali(l4)  all'ingresso  d'un  villaggio,  che  provocò qualche  ferito.  Un
              altro  scontro avvenne  in  vicinanza  del  villaggio  successivo  e  da  quel  momento
              la  ritirata occidentale verso Tien-tsin venne ostacolata dai cinesi  in  tutti i modi,
             anche  con  l'impiego  di  cannoni  moderni.  Il  21  Seymour distaccò  sulla sponda
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