Page 170 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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LA  PARTECIPAZIONE  ITALIANA  ALLA  SPEDIZIONE  INTERNAZIONALE  CONTRO  I  BOXER...   161

         anfibia, il 16 giugno il consiglio degli ammiragli fece  preparare i distaccamenti
         da sbarco delle varie nazioni e inviò ai  cinesi un ultimatum che intimava la  resa
         dei  forti  entro  le  2.30 del  mattino successivo,  17 giugno  1900:  se  la  richiesta
         di resa fosse stata respinta, alle 3 sarebbe stato aperto il  fuoco.  Il distaccamento
         italiano (tenente di vascello Giovanni  Battista Tanca,  dell'Elba,  con 24 marinai
         della stessa nave e del Calabria), sbarcato la sera del  16, si  unì al distaccamento
         inglese sbarcato dal Barfleur; giunto alla foce del Pei-ho verSo le 18, prese imbarco
         sulla cannoniera inglese Algerine. I comandanti dei contingenti da sbarco tennero
         consiglio di guerra sulla cannoniera russa Bobr,  il cui comandante, capitano di
         vascello Cyrille Dobrovolsky, doveva dirigere le operazioni. Sul fiume si trovavano
         i due cacciatorpediniere (Fame e Whiting) e sette altre unità, oltre alla cannoniera
         americana  Monocacy  che  non  prese  parte  all'azione.  I  due  cacciatorpediniere
         dovevano impadronirsi delle quattro navi cinesi, che risultavano disarmati e senza
         personale  e  munizioni.  Le  altre  navi  avrebbero  trasportato  i  marinai  destinati
         all'azione e, dopo averli messi a terra, avrebbero aperto il fuoco sui forti, a partire
         da quelli posti a Nord e terminando con quelli a Sud, permettendo così ai marinai
         sbarcati di  occuparli.  I cinesi  però,  mezza  ora dopo la  mezzanotte, aprirono il
         fuoco  con  i  cannoni  a  tiro  rapido,  colpendo  abbastanza  gravemente  qualche
         nave e rendendo più difficile  lo  sbarco, perché i loro colpi corti cadevano sulla
         spiaggia  fangosa.  I  marinai  imbarcarono sulle  lance,  non senza  difficoltà;  solo
         verso  le  tre tutta la  truppa da sbarco alleata(l7)  era a terra, senza perdite, nelle
         vicinanze della stazione di Tong-ku, mentre i forti cinesi si proteggevano a vicenda
         con  le  proprie  artiglierie.  Dopo  qualche  incertezza  iniziale,  alle  quattro  del
         mattino, il tiro navale fece saltare una polveriera nel Forte Sud esterno e ne fece
         cessare il fuoco di copertura ai forti Nord: finalmente poteva cominciare l'attacco
         dei  marinai.  Questi,  alle  quattro  e  mezza,  attaccarono  il  Forte  Nord  interno.
         Raggiunta  rapidamente  la  base  dei  suoi  spalti,  i  marinai  vi  si  arrampicarono
         scavandosi  i  gradini  nel  morbido  rivestimento  di  terriccio  e  adoperando  le
         baionette come rampini. Vistisi pressati tanto da vicino, i cinesi abbandonarono
         la posizione, su cui vennero issate le bandiere alleate. A quel segnale le cannoniere
         concentrarono il  tiro contro gli altri forti, accompagnando l'attacco dei marinai
         a quello Nord.esterno che, assalito alle cinque e tre quarti, resisté poco. Subito
         dopo le  6 esplose  una delle  polveriere  principali del  Forte Sud  esterno, che  di
         conseguenza  cessò  il  fuoco  sugli  attaccanti.  Così  Giapponesi,  Tedeschi  e  Russi
         avanzarono contro la  porta principale del  forte  Nord esterno, mentre Inglesi  e
         Italiani lo aggiravano entrandovi sfondando alcune cannoniere di vecchi cannoni.
         Gli  altri  due  forti  (quelli  posti a Sud)  vennero  abbandonati dalle guarnigioni e
         occupati senza resistenza. Temendo un'avanzata dei Boxer, i forti furono occupati
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