Page 180 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA SPEDIZIONE INTERNAi'.lONALE CONTRO I BOXER ...171
L'assedio del Pe-tang (8 giugno -15 agosto)
Nel frattempo anche la cattedrale del Pe-tang e l'adiacente missione (circa
un chilometro quadrato rinchiuso da un alto recinto) erano state attaccate e i
difensori ebbero il loro daffare a difenderle. Agli italiani (un ufficiale, un sottuf-
ficiale, un sottocapo e nove marinai) era stata affidata la difesa del settore
settentrionale, comprendente la missione; al sottotenente di vascello Paul
Henry, con 30 marinai francesi, fu affidato il settore meridionale, dov'era la
cattedrale vera e propria. Il IO giugno furono interrotte le comunicazioni con
il quartiere delle Legazioni. Fino alla metà di giugno non c'erano stati attacchi,
ma le atrocità commesse dai Boxer in città avevano fatto rifugiare nel recinto
altri 2.500 convertiti, portando la presenza di civili a oltre 3.000 persone. 1116
giugno oltre 200 Boxer si avvicinarono; ma due scariche dei marinai francesi
ne abbatterono una quarantina, costringendoli a ritirarsi. I sei giorni seguenti
trascorsero nella cal ma più assoluta. Il 22 giugno (giorno successivo alla decisione
del governo cinese di dichiarare guerra alle potenze) cominciò l'assalto. I cinesi
misero in batteria otto pezzi d'artiglieria di tutti i tipi (vecchi ad avancarica e
moderni Krupp da HO mm) a circa 500 metri di distanza sul lato orientale e
aprirono il fuoco, in appoggio ad un attacco di truppe regolari. I difensori
risposero sparando a volontà, facendo attenzione a non sprecare munizioni, visto
che disponevano di circa 90 proiettili a testa. Quando, nel pomeriggio, un altro
cannone fu piazzato davanti alla porta orientale, i francesi effettuarono una
sortita alla baionetta, catturarono il pezzo e lo portarono all'interno del recinto.
Dopo una tregua, alle due del 111 atti no de123, i cinesi ripresero il bombardamento
e una cannonata aprì una breccia nel muro orientale del piazzale Nord. I cinesi
cercarono di passarvi per entrare nel recinto, ma furono respinti; allora incendiarono
tutte le case adiacenti, sperando che le fiamme si estendessero al Pe-tang. Il 24
ripresero il bombardamento e lanciarono due attacchi separati, appoggiandoli
con il fuoco dei tre cannoni Krupp da 80 ll1m; entrambi gli attacchi fallirono
grazie alla fucileria dei difensori che provocò anche la ritirata dei pezzi cinesi.
Dopo tre giorni di scontri si erano avuti IO morti fra i convertiti e un'altra
ventina di persone erano rimaste ferite. Il problema principale dei difensori era
quello di evitare il panico dci rifugiati fra cui vi erano 14 suore e circa 900
donne con numerosi bambini. Il 26 giugno fu portato un nuovo attacco, prendendo
come base di partenza il muro imperiale dal quale si dominava tutta la parte
occidentale della missione. r marinai risposero al fuoco, ma, essendo troppo in
basso per poter colpire i soldati cinesi che si trovavano in cima al muro, dovettero
spostarsi tutti nella parte orientale della missione. I Boxer e i soldati regolari
attaccarono in forze, ma furono nuovamente respinti dai francesi e fecero di
nuovo ricorso al fuoco incendiando le costruzioni a contatto della cinta difensiva.
Nel pomeriggio del 28 fu portato l'assalto successivo. Nonostante la sua brevità,
al termine dell'attacco ci si accorse che il munizionamento si era ridotto a circa
il 60% di quello iniziale (500 cartucce dalle iniziali HOO). I Boxer tentarono di