Page 410 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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             i  piloti  furono  inviati  presso  il  31 ()  Stormo  da  Bombardamento  Marittimo  per
             frequentarvi  un  corso  elementare  di  navigazione  aerea  della  durata  di  circa  un
             mese(26). Nove allievi sauditi giunsero dunque a Orbetello il  10 febbraio per seguirvi,
             dal 12 febbraio al 9 marzo, le lezioni di teoria e pratica della navigazione strumentale
             ed  interessandosi anche dell'organizzazione dei  servizi  aeroportuali e  del  funzio-
             namento dei  reparti  operativi(27).  Questo corso era  particolarmente qualificante,
             poiché il 31 ()  Stormo, all'epoca comandato dal colonnello Alberto Briganti, era il
             diretto  discendente  della  celebre  "squadra atlantica"  che sotto la  guida  di  Balbo
             aveva effettuato le due crociere dell'Atlantico meridionale e settentrionale e dunque
             rappresentava  uno dei  luoghi  con  le  più  avanzate conoscenze  al  mondo  in  fatto
             di  navigazione aerea.  Vi  partecipò anche  Kalid  Dia  Eldin, l'unico del gruppo che
             non poté conseguire il brevetto militare, forse perché coinvolto nel litigio scoppiato
             tra i frequentatori  sauditi  il  24 febbraio(28).
                 A Orbetello non venne invece inviato Abdul Karim Salik, destinato alla Scuola
             Specialisti  di  Capua  per seguire corsi  tecnici  che  lo  tennero  impegnato sino  alla
             prima decade di maggio. La scuola, che formava gran parte dei sottufficiali specialisti
             della Regia Aeronautica, aveva un'ampia dotazione di  attrezzature didattiche (tra
             cui  anche  due  "aule  volanti"  Caproni  Ca.1 01)  ed  il  curriculum  copriva  tutti  gli
             aspetti inerenti alla costruzione, manutenzione, revisione e riparazione degli aeroplani
             militari. È pertanto possibile che le  autorità saudite pensassero di  affidare a Abdul
             Karim Salik la  responsabilità tecnica della nascente  forza aerea.  Per aderire ad un
             espresso desiderio dell'interessato, il  Ministero dell'Aeronautica acconsentì inoltre
             a  inviare  Kalid  Eldin  Dia  presso  la  scuola  di  pilotaggio  della  Regia  Accademia
             Aeronautica per un  corso supplementare per il  brevetto militare(29).
                 Il  resto del gruppo saudita, ad eccezione del solo Kamel Abdul Kadir,  rientrò
             in Arabia  imbarcandosi  a  Napoli  il  7  marzo  1936  sul  piroscafo Francesco  CriSfJi
             diretto  a  Massaua,  da  dove  il  18  marzo  avrebbero  proseguito  per  Gedda  con  il
             Massaua(30).  La partenza di Kamel Abdul Kadir era prevista da Napoli con il  Cesare
             Battisti in data 15 marzo, ed avrebbe proseguito da Massaua per Gedda il  l () aprile(3I);
             mentre infine la partenza di  Kalid Eldin Dia e Salik Abdul Karim sarebbe avvenuta,
             sempre con il  Battisti da Napoli,  il  15  maggio, con prosecuzione da  Massaua  per
             Gedda il 27(32).  Allo sbarco a Gedda il 4 aprile gli otto piloti sauditi furono ricevuti
             da  un  rappresentante  del  governo,  della  Gioventù  Araba  e  da  varie  personalità
             locali  e,  recandosi  nel  pomeriggio dal  reggente della  Legazione italiana, Bellini, gli
             dissero che non avrebbero mai dimenticato quanto avevano fatto per loro l'Italia e
             "l'incomparabile  aviazione  italiana"  e  che  avrebbero  voluto  volare  soltanto  con
             aeroplani italiani(33).  Il  racconto di  parte italiana è corroborato dalla testimonianza
             di  Bakhsh che,  dopo aver  accennato  alla  delusione  sofferta  nel  non poter tornare
             in  patria  in  volo,  prosegue  così:  ''All'arrivo  a  Gedda  ricevemmo  una  tumultuosa
             accoglienza  pubblica.  Tra  quanti  ci  accolsero  vi  erano  i  nostri  insegnanti  ed  alti
             funzionari come lo  sceicco Muhammad Surur AI-Sabban  e lo  sceicco Abdullah AI-
             Solaiman. Accoglienza analoga ci  fu  tributata alla Mecca. Re Abdulaziz, che in quel
             tempo si trovava a Al-Saqafia, alla Mecca, ci concesse inoltre un'affettuosa udienza".
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